Dai picchetti agli avvocati. Il caso Ikea, che per un mese ha fatto puntare su Piacenza e il suo polo logistico i riflettori dei media nazionali e internazionali, approda dunque sulle scrivanie degli avvocati per studiare le carte e trovare soluzioni dopo i picchetti, gli scontri e le tensioni delle ultime settimane. Soluzioni non facili, com'era prevedibile, e situazione che attualmente vede aperti due fronti. Il primo riguarda la vertenza tra i facchini che lavorano all'interno dei magazzini Ikea di Le Mose e le cooperative che dalla multinazionale svedese hanno in appalto il lavoro della logistica all'interno dello stabilimento piacentino (uno dei più importanti del nord Italia); l'altro potrebbe coinvolgere direttamente l'azienda e non solo le cooperative; azienda alla quale verrà chiesto a breve un incontro da parte dell'avvocato Gianmarco Lupi del Foro di Piacenza che assiste cinquanta lavoratori.
La vertenza cooperative-lavoratori, come spiega il legale, riguarda problemi di natura disciplinare e per la precisione provvedimenti presi dalle cooperative stesse in seguito agli scioperi messi in atto dai lavoratori. Provvedimenti contro i quali si stanno opponendo i lavoratori per tramite dell'avvocato Lupi. «Riteniamo che i lavoratori in questione abbiano esercitato un diritto – dice il legale – per manifestare contro una situazione in effetti grave e quindi chiediamo la reintegra di questi lavoratori all'interno degli stabilimenti».
La ragione delle manifestazioni stava nella presunta discriminazione tra lavoratori: alcuni lavoravano di più, altri molto meno, dicono i lavoratori. «E' in contestazione la natura contrattuale – spiega Lupi – Sono contratti a termine che non vengono rispettati né per quanto riguarda la parte salariale né per quanto riguarda le ore di lavoro all'interno degli stabilimenti. Sono situazioni gravi perché ci sono delle famiglie e quindi ci sono condizioni da rispettare».
E per quanto riguarda Ikea, l'avvocato spiega di aver verificato che «potrebbero esserci dei problemi per quanto riguarda il rapporto di natura lavorativa tra Ikea e le cooperati e di conseguenza anche dei lavoratori; oggi non siamo ancora in grado di stabilire eventuali responsabilità ma possiamo già preannunciare che chiederemo un tavolo all'azienda per chiarire la sua posizione».
"Ritengo che l'aspetto legale sia sussidiario a quello sindacale" aggiunge Aldo Milani, segretario del Si Cobas, il sindacato indipendente al quale sono iscritti molti dei lavoratori che si sono rivolti all'avvocato Lupi. "Noi non attenderemo comunque i tempi di un'eventuale causa – conclude – ma riapriremo al più presto la lotta". E pare che già domani mattina possa ricominciare la protesta con un primo picchetto.