Famiglia, Ambrosio: calo nozze è distacco da istituzioni civili e religiose

Il raddoppio delle convivenze negli ultimi tre anni, arrivate quasi a un milione, e il costante calo dei matrimoni civili e religiosi, e’ un dato generale che rivela la diffusione di una cultura della provvisorieta’ e dell’individualismo, nonche’ un distacco dalle istituzioni civili e religiose. E’ quanto afferma all’Adnkronos, monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, membro del Consiglio episcopale permanente e vice presidente della Commissione dei vescovi dell’Unione europea. “Credo che ci sia una forma di precarieta’ diffusa – afferma monsignor Ambrosio a proposito del calo dei matrimoni – ma anche un’accettazione della provvisorieta’, la difficolta’ a costruire un progetto di vita”. “E’ il segno – ha aggiunto – di un distacco dalle istituzioni civili e religiose’, il legame affettivo, infatti, attraverso il matrimonio viene ‘accolto dalla societa”, al contrario la tendenza in corso denota il diffondersi di una ‘cultura e di una visione individualistica che fa fatica a riconosce l’altro in un progetto condiviso di vita”. “E’ un’incertezza interiore – aggiunge il vescovo – che si accetta troppo supinamente. Da questo punto di vista c’e’ il rischio che l’Italia si allinei ad altri Paesi europei, anche se in Francia negli ultimi tempi e’ stato maggiormente considerato e anche la societa’ va incontro alle nuove famiglie”. “Da parte della Chiesa – rileva ancora Ambrosio – c’e’ bisogno di un accompagnato delle coppie per arrivare a una celebrazione religiosa del matrimonio. Bisogna far capire che il matrimonio non e’ solo un patto fra due, una giovane donna e un giovane uomo, ma quel patto e’ anche con Dio, fa parte di un progetto di bene e di vita che Dio ha sull’uomo”. In quanto al fatto che c’e’ bisogno di politiche sociali per sostenere la famiglia “questa e’ la base’ ha detto il vescovo, ma c’ e’ anche una ‘crisi culturale, c’e’ bisogno di un grande orizzonte per condividere un progetto di vita. Quel legame, quel patto, e’ fondamentale per non sentirsi sulle sabbie mobili c’e’ bisogno di uno sguardo piu’ grande”.

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