Un notevole aggravio, in termini di tassazione, per i proprietari di casa è derivato anche da
parte dei 47 Comuni della provincia, perchè – nella gran parte dei casi – nelle delibere Imu
adottate dagli stessi Comuni non è stata differenziata l’aliquota prevista per le case tenute a
disposizione da quella da applicare agli immobili locati.
I soli Comuni che hanno previsto aliquote specifiche per gli immobili locati sono stati
Borgonovo (che ha fissato l’aliquota del 9,6 per mille per gli immobili locati con contratto
“concordato”, c.d. 3+2), Carpaneto (8,1 per mille per i locati con contratto libero, c.d. 4+4, e
6,6 per mille per quelli con contratto “concordato”), Coli (6,6 sia per i locati con contratto
libero che per quelli con contratto “concordato”), Fiorenzuola (8,6 per i locati con contratto
libero e 5,6 per i locati con contratto “concordato”), Lugagnano (7,6 sia per i locati con
contratto libero che per quelli con contratto “concordato”) e Pianello (8,6 per i locati con
contratto libero e 6,6 per i locati con contratto “concordato”).
Per tutti gli altri Comuni che non hanno fissato aliquote specifiche per gli immobili locati,
come abbiamo detto, si deve fare riferimento alle aliquote fissate per le case a disposizione,
che in molti casi sono elevatissime. Ad esempio ad Agazzano si arriva addirittura a dover
applicare, sempre in relazione agli immobili locati, l’aliquota del 10,6 per mille, superiore di
ben 3 punti rispetto a quella ordinaria! In questo modo – a causa appunto delle aliquote Imu
fissate per le locazioni – i Comuni si rendono corresponsabili dell’affossamento del settore
della locazione, con conseguenze sociali pesantissime. Tutto ciò infatti va ad aumentare
ulteriormente la pressione fiscale che grava sul settore immobiliare ed in particolare su quello
della locazione che oggi, più che mai, ha bisogno di essere rilanciato. Il rilancio dell’affitto è
un’esigenza sociale indispensabile per tanti fattori, quali – ad esempio – la mobilità sul
territorio dei lavoratori e la necessità, per un rilancio anche del settore immobiliare in senso
generale, di ritornare ad investire negli immobili allo scopo di locare.
Tornando ad analizzare le aliquote deliberate, bisogna rilevare che alcuni dei Comuni della
provincia hanno fissato le aliquote ordinarie (4 per mille per le prime case e relative pertinenze
e 7,6 per mille per gli altri fabbricati).
In riferimento alle prime case, tra i Comuni che hanno modificato l’aliquota ordinaria, vanno
segnalati gli aumenti di Borgonovo che ha fissato addirittura l’aliquota del 6 per mille, di
Pontenure che ha portato l’aliquota al 5,2 per mille, di Coli, Ferriere e Lugagnano che hanno
stabilito il 5,0 per mille, mentre il Comune di Caminata è stato l’unico che ha abbassato
l’aliquota relativa alle prime case rispetto a quella ordinaria avendo stabilito un’aliquota del 2
per mille.
Per quanto riguarda l’aliquota principale, che vale anche per le case tenute a disposizione (e
nella maggior parte dei casi purtroppo – come abbiamo detto sopra – anche per gli immobili
locati), i Comuni che hanno portato pesanti aumenti rispetto all’aliquota ordinaria del 7,6 per
mille, oltre al già citato Agazzano con addirittura il 10,6, sono stati Fiorenzuola (che ha
stabilito il 10,6 per le abitazioni e il 9,6 per gli altri fabbricati), Borgonovo (10,1), Lugagnano
(10) e Cadeo, Gragnano, Pianello, Rottofreno e Travo (tutti con il 9,6 per mille).
Le aliquote meno alte, sempre per quanto riguarda l’aliquota principale, si sono registrate in
quei Comuni che come abbiamo già detto hanno fissato l’aliquota del 7,6 per mille.
Infine i soli Comuni della provincia che hanno stabilito una aliquota specifica per le abitazioni
date in comodato a parenti sono stati Fiorenzuola (4 per mille) e Pianello (8,6 per mille).