Venerdì 23 novembre 2012, per la rassegna “I venerdì del jazz” sul palco del Milestone di via Emilia Parmense 27 torna l’Electric Jazz Quartet, composto dal saxofonista Gianni Azzali con Erminio Cella alle tastiere, Lorenzo Poli al basso elettrico e Marco Orsi alla batteria. Il concerto inizierà alle ore 22.3.
Il progetto elettrico di quattro tra i migliori musicisti piacentini, nasce soprattutto da un grande amore per la musica dei Weather Report, gruppo storico degli anni settanta guidato da Joe Zawinul con Jaco Pastorius al basso, di cui il gruppo esegue diverse cover. Anche le sonorità tipicamente elettriche di quegli anni, ancor’oggi attuali, sono state di stimolo ad affrontare un modo diverso di fare musica improvvisata. Ecco quindi che il pianoforte viene sostituito da bellissimi suoni di expander e tastiere, il contrabbasso diventa un solido e preciso basso elettrico, la batteria acquista forze, energia e sonorità vicine al rock e il saxofono vuole essere più algido, meno ovattato rispetto al suono degli standard jazz di sempre. Il quartetto elettrico, prendendo spunto dai suoni, dai brani e dalle atmosfere dei Weather Report, cerca di svilupparne le idee alla luce di questi anni. Formatosi quasi per scherzo, questo ensemble sta riscuotendo sempre più successo, stimolando i componenti a comporre brani propri su uno stile elettrico che è più che mai attuale, tra Miles Davis e Herbie Hancock, Bill Frisell e Chick Corea. Un devoto tributo al jazz elettrico che attraversa le varie epoche della sua storia musicale, passando da brani come Teen Town, A Remark You Made, Havona, Invitation e Ana Maria. Oltre ai brani dei Weather Report, il gruppo ha in repertorio anche pezzi delle “aree limitrofe” come “Balatho” di Trilok Gurtu o “Nothin’ Personal” di Don Grolnick magistralmente incisa dal compianto Michael Brecker o la mitica “Freedom Jazz Dance” interpretata da vari musicisti tra cui Miles Davis, e non mancano brani originali come “Mistakes” di Gianni Azzali e “Inside Your Eyes”, “Good Mood”, “Shuffle” e “Icy Cold” di Erminio Cella.