Monsignor Vincenzi: “Errore negare il presepe, la fede non è contundente”

AGGIORNAMENTO 21 novembre – Il dibattito si allarga e quella che era apparsa come una polemica locale, non solo si allarga ma rischia di lasciare strascichi per l’intera festività del Natale piacentino. Da ultimo, a intervenire sul presepe negato alla scuola materna di Caorso da parte della dirigente scolastica Manuela Bruschini, è stato monsignor Adriano Vincenzi, incaricato Confcooperative per la Cei e riferimento sui principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

Radio Sound

Intervenuto alla prima conferenza organizzativa territoriale di Confcooperative, monsignor Vincenzi ha commentato negativamente la notizia: “Credo sia un grave errore di valutazione. Si pensa che la rinuncia alla propria identità faciliti il dialogo, invece per dialogare è bene conservare la propria identità. Credo non tolga niente a nessuno mettiamo in evidenza la nostra storia e tradizione, la nostra fede”.  Anche perché, per l’incaricato Cei “di per sé, solo per il fatto di esistere la nostra fede non è contundente. Pensiamo che il problema siamo noi. Bisogna cercare forme di dialogo ma rinunciare all’identità apparentemente facilita ma poi crea solo confusione” ha chiosato.

Dello stesso avviso anche Katia Tarasconi, assessore al Commercio che in mattinata ha presentato le iniziative natalizie che si terranno in città: “Non sono d’accordo, un conto è la politica un conto sono le nostre tradizioni. Credo sia giusto fare il presepe a scuola”.

NOTIZIA 20 novembre – Niente presepe a Natale, per i 120 bambini della scuola materna di Caorso: è polemica.  Quella che ha definito come “un’indicazione verbale” avvenuta in un incontro di programmazione della scuola dell’infanzia, ha messo nell’occhio del ciclone la dirigente scolastica, Manuela Bruschini. L’indicazione sarebbe di “incentrare la festa del Natale sui valori dell’amicizia e della pace, ma senza alcun riferimento al valore religioso della ricorrenza

La decisione è arrivata nei giorni scorsi, durante il collegio docenti: “Ho indicato alle maestre di Caorso di evitare temi e riferimenti espliciti ad un’unica tradizione religiosa nell’ambito dell’organizzazione delle feste. E di concentrarsi su valori universalmente condivisi, che sono anche alla base del Natale. Quindi amicizia e fratellanza” ha spiegato la dirigente nell’occhio del ciclone” ha spiegato Bruschini ai microfoni di Radio Sound.

“Toccare il Natale ai più piccoli merita una sola parola: vergogna”, ha tuonato il capogruppo in provincia del Partito Democratico, Marco Bergonzi. “Questo è il multiculturalismo degenere che vorremmo veder morto e sepolto. Siamo indignati” è stata invece la reazione di Stefano Cavalli, consigliere regionale della Lega Nord, il quale ha già annunciato che porterà la questione all’attenzione dell’assessore regionale competente, Patrizio Bianchi, chiedendo un suo intervento “nel nome della sacrosanta difesa del diritto di ogni bambino a festeggiare la festa cristiana del Natale, mai messa in discussione dai precedenti dirigenti scolastici”.

Niente presepe, re magi o stelle comete quest’anno, per i 120 bambini delle classi della scuola materna caorsana, che invece onoreranno la ricorrenza con una festa laica. “La scuola non fa politica” ha chiarito Bruschini, decisa ad andare avanti nella scelta: “Lascio al mondo politico la querelle e da dirigente pubblica, convinta di aver dato un’indicazione corretta, non vedo perché dovrei cambiare idea per qualche prima pagina di giornale”. Anche perché, ha chiarito “ho interpretato la normativa e in piena coscienza ritengo di aver dato un’indicazione più che corretta e non lesiva di nessuna tradizione religiosa e culturale”.

Ma se l’alzata di scudi della politica può essere facilmente archiviabile, sono le proteste delle mamme dell’istituto di Caorso che potrebbero creare ben più di un problema: “Mi spiace, non lo capisco. Anche se c’è qualche riferimento ben venga” è il commento di una delle mamme più diplomatiche interpellate sull’argomento. Ben più duro quello di tante altre: “I bambini son sempre più lontani dal Natale, se poi a scuola iniziano a togliere i presepe…non so dove andremo a finire” oppure “non la vedo una cosa logica, non facciamo del male a nessuno a mantenere le nostre tradizioni” e un’altra rincara la dose: “E’ un’usanza che va rispettata e non lo ritengo giusto. Siamo italiani e cristiano e ognuno si tiene le sue tradizioni”.

“Non è un’imposizione” ha tenuto a precisare sempre la dirigente scolastica, che comunque non cede, per ora, alle pressioni: “Ho sentito del parere negativo di alcuni genitori. Ma sono alcuni, quindi non esaustivi di una rivolta, com’è stato scritto. Possono sempre chiamarmi, sono pronta al dialogo”.