«Una donna deve fare troppe denunce prima che venga ascoltata»

Il 25 novembre dello scorso anno, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è stato costituito un Tavolo provinciale di confronto che ha nel tema in questione il suo focus principale.
 
A un anno dalla sua costituzione, dunque, si fa oggi il punto della situazione. Sono presenti tutti i soggetti che partecipano al tavolo, ovvero la Provincia di Piacenza, i Comuni capofila di distretto (Piacenza, Castelsangiovanni e Fiorenzuola), le donne sindaco, le consigliere della Provincia di Piacenza e del Comune di Piacenza, la consigliera provinciale di Parità, la prefettura, l’azienda Usl di Piacenza, la polizia di Stato, il Comando provinciale carabinieri di Piacenza, il Centro Antiviolenza Telefono Rosa, l’associazione femminile di promozione sociale “Il Pane e le Rose”, la rappresentante dei 3 ordini scolastici, vale a dire infanzia/primaria, medie, superiori, il Centro Italiano per la promozione della mediazione e il  Coordinamento donne Spi Cgil.

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L’incontro in Provincia è stato aperto dall’assessore Gallini che ha ricordato le iniziative svolte finora, tra le quali il volantino tascabile multilingue “Insieme contro la violenza sulle donne.. esci dal silenzio” che è disponibile in tutti gli uffici pubblici e a breve sarà nelle suole di Piacenza.

«Mi fa molto piacere che sia ripartita un’iniziativa del genere» ha detto la dottoressa De Francesco.  Maria Pia Romita, dirigente dell’Anticrimine della Questura: «Abbiamo avuto quattro denunce per maltrattamenti in famiglia, 16 per lesioni e violenza in generale».
Il colonnello dei carabinieri Edoardo Cappellano ha sottolineato il fatto che la provincia di Piacenza è una delle poche ad avere un tavolo del genere e questa non può che essere una nota di merito per tutto il territorio e per chi lo amministra.

I delitti contro le donne sono in aumento e i numeri a disposizione non illustrano la situazione in modo esaustivo. «Oggi le donne muoiono di più – afferma l’avvocato Donatella Scardi, presidente del Telefono Rosa – e non è possibile che una donna debba fare sei o sette denunce prima che qualcuno si interessi e magari nel frattempo viene ammazzata. Dobbiamo studiare un modo per il quale le donne abbiano un canale preferenziale in termini di tempi; ora sono davvero troppo lunghi».

Il problema è molto spesso il “sommerso”, secondo Cristina Molinaroli, l’Asl di Piacenza, direttore del Consultorio familiare: «Molte donne vengono al pronto soccorso e non dicono di essere state picchiate, molestate eccetera. Anche le violenze sessuali sembra che siano calate, ma, lo ripetiamo sempre, bisogna educare alla denuncia di episodi di questo tipo».

L’incontro è stato chiuso con un auspicio dell’assessore Gallini: «Ci piacerebbe che al nostro tavolo sedesse anche un magistrato; potrebbe dare un quid pluris impareggiabile al nostro lavoro e al nostro impegno».