Domenica 18 novembre 2012 alle ore 16 la Galleria Alberoni propone al pubblico una visita guidata speciale, intitolata Novecento Alberoniano, che, oltre a condurre i visitatori, come consuetudine, attraverso le collezioni in essa esposte (la strepitosa raccolta di arazzi, la quadreria alberoniana, le sale dedicate ai paramenti sacri e la sezione di crocifissi e sculture), e alla scoperta dei tesori artistici e scientifici custoditi in Collegio (l’Ecce Homo di Antonello da Messina e i dipinti più delicati esposti nell’appartamento del cardinale, la biblioteca monumentale, il museo degli strumenti scientifici, l’aula di fisica, la sezione zoologica, gli osservatori scientifici) proporrà in via straordinaria una sezione dedicata interamente alle opere d’arte realizzate nel Novecento facenti parte della collezione alberoniana, la maggior parte delle quali non inserite nell’ordinario itinerario di visita.
Si tratta di opere di Fedele Toscani, Nazzareno e Giuseppe Sidoli, Angiolo D’Andrea, Francesco Ghittoni, Ugo Rancati, Luciano Ricchetti, Renato Guttuso, Padre Francesco Petrini, Giorgio Groppi, Paolo Perotti, Ulisse Sartini e Cristian Pastorelli.
Il pubblico intervenuto potrà inoltre apprezzare i capolavori della collezione Mazzolini (De Chirico, Fontana, De Pisis, Manzoni e il Gruppo di Corrente) attualmente esposti nella sala adiacente quella degli Arazzi e stabilmente riservata all’esposizione di questa preziosa collezione.
Le opere del Novecento appartenenti al patrimonio del Collegio Alberoni
Derivante da un cospicuo tesoro di capolavori collezionati dal cardinale Giulio Alberoni, la collezione alberoniana, grazie a donazioni e successive committenze, è oggi costituita anche da dipinti e sculture concepite e realizzate nel secolo scorso che il percorso guidato di domenica svelerà al pubblico.
Si inizia dal Novecento che orna le volte della Chiesa di San Lazzaro. Alla capace mano del pittore piacentino Luciano Ricchetti (1897-1977), si devono infatti le belle pitture murali della volta e del presbiterio della Chiesa di San Lazzaro che ne completano le forme architettoniche, attribuendo al tempio un senso barocco di pienezza spirituale; furono realizzate nel 1932 su progetto iconografico di Alcide Marina a quel tempo Superiore del Collegio, in occasione del secondo centenario della fondazione dell’Istituto alberoniano
La lunetta absidale raffigura il gruppo della Carità, con la donna che allatta un bimbo, affiancata da Lazzaro che riceve l’elemosina da un fanciullo, il tutto sormontato da due angeli che reggono il cartiglio, mosso dal vento, recante la scritta: Deus Caritas est.
Nella volta, ai lati delle finestre, troviamo i quattro evangelisti tutti dipinti a tempera. Tra San Marco e San Luca un volo d’angeli, tra San Giovanni e San Matteo la rappresentazione della gloria di San Vincenzo. Nelle altre campate sopra il presbiterio una gloria d’angeli e la colomba simboleggiante lo Spirito Santo.
Dello stesso importante artista piacentino è la suggestiva tela raffigurante Tre barconi sulla riva del Po. Custodita abitudinariamente in ambienti non accessibili, questa opera, realizzata attorno al 1930 e frutto di un sapiente e suggestivo uso dei toni del grigio, sarà eccezionalmente visibile al pubblico nel corso della visita.
Dello stesso artista il Collegio possiede un’originale vetrata oggi collocata in una cappella il cui altare ligneo è stato negli anni scorsi commissionato allo scultore piacentino Paolo Perotti, uno degli artisti viventi facenti parte della collezione alberoniana.
Di Angiolo D’Andrea (1880 – 1942) è invece il dipinto Ombre di nubi a Varsi di Parma. Donato al Collegio Alberoni da S.E. Mons. Antonino Arata, è segnalato dal Comanducci tra le sue opere più riuscite. Esso fu esposto alla Prima Esposizione Nazionale dell’Opera e del Lavoro d’arte di Firenze, nel 1922.
D’Andrea, giunto a Milano dal Friuli nel 1906 e attivo in questa città fino agli anni Venti, divenendo grande protagonista della stagione artistica milanese dei primi decenni del Novecento, viene riscoperto proprio in questi giorni grazie a una mostra da poco inaugurata presso Palazzo Morando a Milano. Partecipò a numerose Biennali veneziane ed espose presso la famosa Galleria Pesaro di Milano. Realizzò le vetrate dell’ospedale Niguarda e gli affreschi del celebre locale Camparino. A Milano collaborò attivamente, nella decorazione architettonica, con Giulio Ulisse Arata che dimostrò di apprezzarne profondamente le capacità definendolo, in un articolo apparso sulla rivista Emporium, colorista audace ed eccezionale. La sua pittura denota una costante ricerca spirituale che lascia traccia anche nel profondo e suggestivo paesaggio custodito presso il Collegio Alberoni.
Proprio alcuni ambienti dell’istituto di San Lazzaro sono adornati da numerosi disegni e incisioni realizzate dal missionario vincenziano e artista Padre Francesco Petrini (1926 – 2005).
Alla sua innata capacità artistica e alla buona tecnica si devono suggestive acqueforti: rielaborazioni di importanti dipinti custoditi in Collegio, come l’omaggio a J. Provost o l’interpretazione dell’antica veduta del Collegio realizzata dal Bottini, rappresentazioni di capolavori architettonici, come il chiostro di Santa Maria Nuova a Viterbo o il borgo di Vigoleno, raffigurazioni di elementi della natura e scorci di paesaggio come le inquadrature della campagna della frazione di Settesorelle nel Comune di Vernasca o del Lido di Tarquinia, che denotano la sua passione per il vero. Notevole infine il ritratto alla madre e quello, dipinto, raffigurante Mons. Enrico Manfredini entrato a far parte della collezione alberoniana dei ritratti dei Vescovi piacentini.
Di Ugo Rancati (1895 –1976) il Collegio Alberoni possiede, per donazione recente, il calco in gesso del volto dell’Angelo del Duomo, che svetta, in rame dorato, sulla sommità della guglia del Duomo di Piacenza. Il restauro, avvenuto nel 1964 e affidato allo scultore Ugo Rancati, fu anche occasione per la realizzazione del calco che permette oggi di ammirare da vicino le esatte sembianze dell’Angelo altrimenti non visibili.
Adornano invece le pareti della Cappella dei Missionari due tempere raffiguranti episodi della vita e del carsima di San Vincenzo de’ Paoli dipinte, nel 1930, da Nazzareno Sidoli (1879 – 1969) artista piacentino, allievo di Bernardino Pollinari e di Stefano Bruzzi presso l’Istituto «Gazzola» di Piacenza, che si dedicò anche al ritratto, alla scena di genere, al soggetto storico e religioso. Il Collegio Alberoni possiede anche una sua tela raffigurante San Giuseppe.
Opera del fratello Giuseppe Sidoli ( 1884 – 1975) sono invece due ritratti di membri della famiglia Scribani Rossi, quello del generale Alfredo (1844-1920), eseguito postumo nel 1942 su commissione del figlio Carlo e quello di Giustina Casali, moglie di quest’ultimo, entrambi facenti parte della collezione dell’omonima famiglia donata negli anni scorsi al Collegio.
Il percorso non trascurerà inoltre un monocromo Gesù nell’orto degli ulivi dell’artista piacentino Francesco Ghittoni (1855-1928) che eseguì anche quattro ritratti di professori del Collegio oggi in esso esposti.
Completa la selezione delle opere di artisti vissuti nel secolo scorso appartenenti alla collezione alberoniana una veduta delle anime cadenti all’inferno, realizzata su carta da Renato Guttuso (1911-1987), entrata a fare parte della collezione del Collegio per lascito del cardinale Silvio Oddi e mai resa oggetto di esposizione al pubblico.
Per quanto riguarda la scultura sarà visibile il busto ritraente il Cav. G.B. Manzi, importante matematico, insegnante e Superiore del Collegio, realizzato, nel 1905, in marmo bianco di Carrara, da Fedele Toscani (1876-1906).
Oltre agli altari realizzati da Paolo Perotti, alle fusioni in bronzo di Giorgio Groppi che accolgono i visitatori all’ingresso del Collegio, entrambi scultori di grande qualità che hanno impreziosito con le loro opere istituti piacentini e italiani, collezioni private italiane ed estere, al patrimonio alberoniano appartengono infine anche opere realizzate da artisti viventi commissionate in anni recenti per completare la collezione di ritratti dei vescovi di Piacenza. Si tratta dell’effige di Mons. Antonio Mazza realizzata da Cristian Pastorelli, pittore formatosi al “Toschi” di Parma e al “Gazzola” di Piacenza e vivacemente attivo nella vita artistica piacentina, e del ritratto di Mons Luciano Monari realizzato da Ulisse Sartini, originario di Piacenza, residente a Milano, l’artista italiano, dopo Pietro Annigoni, ad avere un suo quadro alla National Gallery Portrait di Londra. Le sue opere si trovano in importanti musei, chiese, collezioni private italiane ed estere quali il Museo del Teatro alla Scala di Milano, Musei Vaticani, Chiesa di San Gioacchino a Milano, Chiesa di Corsico a Milano, Nuovo Teatro della Musica di Atene, Teatro La Fenice di Venezia.