Quando l’anziano mangia poco, diventa più fragile e corre maggiori rischi di sviluppare patologie. La sottonutrizione può diventare un problema grave (si stima che sia la condizione di un decimo della popolazione senile che vive a casa propria), che indebolendo l’organismo lo rende più predisposto ad ammalarsi e incide sull’autonomia, sia fisica che mentale, delle persone.
Al tema è dedicato un corso di aggiornamento per il personale sanitario in calendario domani, 16 novembre, nella sala Colonne dell’ospedale di Piacenza: in particolare, l’evento approfondisce il ruolo dell’intervento nutrizionale nell’anziano ricoverato in ospedale o gestito dalla rete dei servizi territoriali. “La malnutrizione dell’anziano – sottolinea Fabrizio Franchi, direttore del reparto di Geriatria e responsabile del corso – è una realtà ancora poco conosciuta, sottostimata e spesso non diagnosticata”.
Porre l’accento sul problema è invece importante, secondo gli organizzatori dell’evento, non solo nell’ottica di migliorare la qualità di vita delle persone ma anche nella logica di prevenire malattie che creano disabilità e ricoveri e quindi maggiori costi (invece evitabili) per l’intero sistema sanitario. L’evento arruola diversi esperti che provengono da tutta la regione e dal nord Italia. Si comincia alle ore 9, con un’introduzione a più voci sulla malnutrizione dell’anziano, moderata da Franchi insieme a Mara Negrati, responsabile di Nutrizione clinica.
Nella seconda parte della mattina, invece, sono presentate alcune esperienze di gestione della nutrizione artificiale nelle strutture territoriali.
Il corso riprende nel pomeriggio, proponendo gli scenari di alcuni nuovi orizzonti in ambito nutrizionale. “Le cause per cui un anziano non mangia a sufficienza possono essere diverse: può dipendere anche dal contesto sociale in cui vive, ma a noi interessa indagare problemi specifici quali la difficoltà a deglutire (disfagia) o la perdita di massa muscolare (sarcopenia) e le malattie invalidanti come il Parkinson”. Interessante è anche una relazione che indaga la correlazione tra flora intestinale e stato di salute. “Rimane valido in generale il consiglio – conclude Franchi – a impostare un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea: studi hanno dimostrato che aumenta la longevità e aiuta gli anziani a mantenere più a lungo la propria autonomia”.