Una crisi generale per il settore nautico. Lo confermano i dati snocciolati questa mattina alla Camera del Lavoro dove si è tenuto un incontro sulla vicenda di Atlantis, l’azienda produttrice di navi con sede a Sariano di Gropparello che minaccia di chiudere i battenti entro la fine dell’anno. Chiusura che causerebbe il licenziamento di 180 dipendenti. Lo stabilimento di Gropparello fa parte di un gruppo che conta cinque sedi in tutta Italia. Per questo motivo i dipendenti chiedono che venga aperto un tavolo nazionale insieme al Ministero del Lavoro. Renzo Maso, segretario generale torinese della Filctem Cigl, presente questa mattina, spiega come la situazione del settore navale sia effettivamente critica: “Le vendite sono ferme e si lavora solo per l’export negli Stati Uniti e nei paesi emergenti. Basti pensare che all’Atlantis di Avigliana siamo passati da 320 a 80 barche vendute il che significa 350 dipendenti in esubero. In generale invece il settore nautico in due anni ha provocato 23mila esuberi in tutta Italia”.
Nel caso di Piacenza cosa può fare o cosa dovrebbe fare la dirigenza?
“E’ difficile dirlo, il gruppo ha chiuso il 2011 con 20 milioni di perdite tra Avigliana e Piacenza in ugual misura. Avigliana, ultimamente, ha anche ceduto la produzione di una barca da 45 piedi allo stabilimento di Piacenza per farlo respirare un po’, ma la crisi è troppo marcata perché queste soluzioni possano di fatto risolvere il problema”.
I lavoratori piacentini non vogliono vedersi sacrificati per salvare l’intero gruppo. E’ possibile equilibrare le cose?
“Il problema più grave è che al di là della crisi generale, la situazione è più nera proprio per quanto riguarda la tipologia di barche che vengono prodotte ad Avigliana e Piacenza: ci sono i Mega-Yacht che tutto sommato continuano a vendere bene, mentre gli Yacht, quelli che producono appunto Avigliana e Piacenza sono completamente fermi.