Processo tessere false Spi, la difesa: “Gli imputati non hanno preso un euro”

Vicenda false tessere dello Spi Cgil. 78 persone hanno rimesso la querela mentre l’avvocato difensore dello Spi, Fausto Cò,  ha chiesto che la Cgil non possa costituirsi parte civile. Il caso, scoppiato qualche anno fa, aveva portato alla luce centinaia di sottoscrizioni illegittime al sindacato, effettuate senza che gli interessati avessero avanzato richieste formali. Gli imputati sono Franco Sdraiati, ex segretario provinciale Spi, Nicola Gasbarro, già segretario organizzativo del sindacato pensionati Cgil, Anna Maria Nicocia, componente della segreteria dello Spi, Loredana Riva, ex direttrice del patronato Inca e Edgardo Musselli, operatore della Lega Spi-Farnesiana. I quattro sindacalisti e l’impiegato sono indagati per truffa e falsa scrittura. L’ipotesi è che si fosse creata una sorta di sistema illecito attraverso cui venivano iscritti d’ufficio al sindacato pensionati che non ne avevano mai fatta richiesta. Da parte loro i legali delle persone finite nel mirino hanno sottolineato la totale estraneità dei loro assistiti.

Radio Sound

L’avocato Cò, nel corso dell’udienza di questa mattina, ha sottolineato come la suddivisione delle quote, provento dei finti tesseramenti, andasse per il 50 per cento allo Spi, il 30 per cento alla Cgil. A differenza della Cgil però, ha spiegato Cò, lo Spi ha rimborsato i soldi alle persone tesserate a loro insaputa, facendo decadere in questo modo l’accusa di truffa: gli imputati infatti, secondo il legale difensore, non hanno intascato nemmeno un euro, elemento che sarebbe stato dimostrato dalle indagini svolte sui conti correnti.