“Verifiche fiscali preannunciate”, udienza del processo a Carlo Bazzoni

Verifiche fiscali conosciute in anteprima e dichiarazioni di poter “intervenire” sulle funzionarie dell’Agenzia delle Entrate per limitare i danni dovuti ai controlli. Sono le dichiarazioni di due testimoni, questa mattina, 30 ottobre, in Tribunale durante l’udienza per il processo in cui è imputato il commercialista Carlo Bazzoni, accusato di estorsione e millantato credito. Per i difensori del commercialista, però dalle testimonianze non sarebbe uscito un comportamento di chi vuole estorcere denaro né che avrebbe minacciato qualcuno.

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Roberto Santagostino, titolare di un’azienda di distribuzione giornali, ha detto che nel 2005 aveva ricevuto una telefonata da Bazzoni, suo consulente, che gli preannunciava una verifica fiscale. La verifica delle Entrate, disposta da Bologna, si concluse con una pesante sanzione contro la quale Santagostino ricorse. Secondo Paolo Fiori, uno dei legali di Bazzoni (l’altro è Luigi Stortoni, di Bologna) è l’unica volta in cui ricevette una telefonata dal commercialista, anche considerando che i due si conoscevano perché frequentavano lo stesso Rotary.

Più movimentata la testimonianza di Alessandra Castruccio, responsabile amministrativa di una ditta di distributori automatici. La donna, nel 2008, subì una verifica fiscale e a informarla in anticipo fu il suo commercialista. La donna pagò 12mila euro. Il pm Antonio Colonna le ha ricordato di aver detto, durante un interrogatorio, che Bazzoni le disse che i soldi servivano per “limitare i danni”, “per non inguaiarti” e che avrebbe potuto intervenire sulle due funzionarie (entrambe sono già state processate). Poi cominciarono le richieste di pagamento dei 12mila euro – la donna ha anche detto che Bazzoni le propose 20mila con fattura o 12mila senza. Colonna ha poi chiesto se lei fosse stata minacciata. La donna ha risposto di aver avuto richieste “con insistenza da parte di chi deve avere il denaro, nella normalità”.

Una udienza soddisfacente per la difesa, hanno sostenuto i legali, perché non sono emersi comportamenti estorsivi di Bazzoni né tanto meno minacce.

Secondo le accuse della procura, Bazzoni avrebbe lasciato intendere ad alcuni clienti di poter intervenire, all’interno dell’Agenzia delle Entrate, per far evitare controlli che avrebbero potuto comportare sanzioni fiscali. Alcune persone, però, avevano già pagato in anticipo due funzionarie del Fisco (già condannate) per lo stesso motivo. Da qui, è partita l’inchiesta sfociata poi nel processo. Il processo è stato rinviato a metà novembre, quando saranno sentiti altri testimoni.