Crisi del settore navale, l’Atlantis di Sariano chiuderà entro l’anno

Un altro fiore all’occhiello dell’economia piacentina potrebbe cadere a breve sotto i colpi di una crisi economica che purtroppo non accenna a mollare la presa. Si parla di chiusura entro l’anno per lo stabilimento dell’Atlantis di Sariano, nel comune di Gropparello. Una realtà produttiva che fa parte del gruppo Azimut Benetti, uno dei più importanti al mondo nel settore navale e in particolare degli yacht di lusso, e che conta solo nel Piacentino circa duecento dipendenti tra personale amministrativo e operai specializzati.

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La necessità di chiudere lo stabilimento di Sariano è stata resa nota ieri dai vertici di Azimut nel corso di un incontro nella sede di Confindustria alla presenza delle rappresentanze sindacali. Necessità dovuta alle difficoltà del gruppo legate a quelle più in generale del settore navale.

Una notizia che ieri è piombata come un macigno sulle famiglie dei lavoratori, seppur a conoscenza del periodo non certo facile per l’azienda. Questa mattina, tra un paio d’ore, i sindacati hanno fissato un’assemblea nello stabilimento per spiegare i dettagli dell’incontro di ieri all’Associazione industriali e le prospettive per il prossimo futuro.

 

ATLANTIS, PAPARO: “PESSIMA NOTIZIA, NECESSARIO UN INCONTRO”

“L'annuncio dello stop a fine anno dell'attività dell'azienda Atlantis di Sariano di Gropparello – interviene l'assessore provinciale alle Politiche del lavoro Andrea Paparo – arriva come un fulmine a ciel sereno. Una scelta così radicale ci coglie di sorpresa nonostante siano note le difficoltà del settore. Ritengo sia necessario approfondire il piano di ristrutturazione del gruppo a livello nazionale per capire se sia possibile ragionare su alternative che non impoveriscano in maniera così drammatica parte del nostro territorio. Riteniamo utile un confronto con le parti, se necessario anche in sede Provinciale, per comprendere con chiarezza qual è la situazione dell'azienda, quali le difficoltà che sta attraversando e quali soluzioni vengono proposte. Occorre a questo punto ragionare in un'ottica non solo locale ma nazionale. Auspico che istituzioni, parti sociali e proprietà riescano ad individuare una strada differente, peraltro chiesta a gran voce dagli stessi lavoratori”.