Pioggia, vento e acqua alta non hanno fermato la 27esima Venicemarathon che ha incoronato ieri, domenica 28 ottobre, il keniano Philemon Kipchumba Kisang e l’etiope Emebt Etea Bedada vincitori della gara rispettivamente con 2h17’00” e 2h38’11”. Grandissima impresa anche di Alessandro Zanardi, che ha portato al traguardo il giovane Eric Fontanari in 3h11’28”, e grande caparbietà per i 5.931 arrivati. Grande soddisfazione in casa Venicemarathon: i dati parlano chiaro e dimostrano ancora una volta una grandissima capacità organizzativa. Sono stati infatti solo 283 i ritirati.
Anche quest’anno, per il 7°anno consecutivo, l’organizzazione piacentina Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo ha partecipato all’importante manifestazione con la campagna di solidarietà “Run for Water Run for Life – Corri per l’acqua, Corri per la vita”, finalizzata alla perforazione e riabilitazione di pozzi per l’acqua potabile in Uganda. Grazie alla campagna in questi anni sono stati complessivamente 13 i nuovi pozzi realizzati e 5 quelli riattivati nel Paese africano, per un totale di 16.148 beneficiari diretti raggiunti. Gli altri progetti di solidarietà legati alla manifestazione erano “Bimbingamba” dell’Associazione Niccolò Campo, di cui è testimonial Alessandro Zanardi, per la costruzione di protesi ai bambini, e “Run To End Polio” del Rotary International, per la campagna globale di immunizzazione anti-poliomielite.
Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo è stata presente con un proprio stand informativo durante Exposport, la fiera dello sport allestita nei giorni precedenti la Maratona, nel corso della quale l’organizzazione ha portato anche una testimonianza sul proprio operato in Uganda. Lo stand è stato visitato anche da Alex Zanardi e dalla campionessa di atletica leggera Manuela Levorato. Nella mattinata di sabato migliaia di persone hanno partecipato poi alle due “Family Run”, le corse non competitive legate alla Venicemarathon. Il ricavato delle iscrizioni (3 euro per atleta), detratte le spese organizzative di 1 euro, verrà devoluto ad Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo per la costruzione di pozzi d’acqua potabile in Uganda e al progetto “Bimbingamba” per la costruzione di protesi ai bambini.
La gara di domenica ha visto vincitori, a livello maschile, il keniano Philemon Kipchumba Kisang e, in campo femminile, l’etiope Emebt Etea Bedada. La gara di handbike, vinta da Robert Kauffmann (GS Disabili Alto Adige) in 1h47’06”, davanti a Cristiano Picco (1h54’28”) e Gianni Garbin (1h56”08”), è stata ancora una volta arricchita da un’impresa dell’ex pilota di Formula 1 e bi-campione paralimpico Alessandro Zanardi, che ha portato con sé Eric Fontanari, ragazzo trentino diciassettenne tetraplegico: “È stata un’avventura pazzesca! Attorno al 25° km mi è venuto qualche dubbio perché Eric ha iniziato a patire il freddo con degli spasmi muscolari e non riusciva più a tenere la sua handbike che piegava tutta a sinistra. A quel punto ho capito che era troppo rischioso arrivare in queste condizioni a Venezia per cui, memore dell’esperienza dello scorso anno con Francesco Canali, ho deciso di sganciare la ruota anteriore di Eric e agganciare il suo mezzo al mio con una corda trovata quasi per caso sul percorso. Siamo così ripartiti, quando sul Ponte della Libertà iniziava a scendere una pioggia battente e tirava un vento fortissimo. Ma il bello doveva ancora venire: qualche chilometro dopo, infatti, mi si rompeva la guaina del cambio e tutto ciò mi ha costretto ad utilizzare un rapporto durissimo e fare una fatica incredibile. Poi, miracolosamente, ho trovato un nastro e ho ‘steccato’ la guaina rotta attorno al freno. In questo modo sono riuscito a cambiare di nuovo e rendere quindi più facile la mia pedalata. Inoltre, ero troppo incitato da Eric che dietro di me urlava ‘vai trattore che ce la facciamo, arriviamo al traguardo!’. Iniziavano così i 13 ponti di Venezia, dove io facevo fatica a tenere l’handbike perché la ruota anteriore slittava, visto che tutto il peso era sbilanciato all’indietro. Avevamo il pubblico e i volontari ad aiutarci, e sapevamo che il traguardo era vicino e non potevamo mai mollare in quel momento. Dopo l’ultimo ponte mi sono fermato per attendere l’accompagnatore in bicicletta che avrebbe dovuto portarmi la ruota anteriore dell’handbike di Eric, perché volevo fosse lui a transitare per primo sul traguardo. Purtroppo, l’accompagnatore non è mai arrivato, forse fermato dagli addetti alla sicurezza, e così ho deciso di trainare Eric fino a 1 centimetro dall’arrivo, sono sceso dalla mia handbike e, come già fatto lo scorso anno con Francesco, ho fatto in modo che fosse il suo corpo a transitare per primo sotto la linea di arrivo. Adesso, con il senno di poi, dico che è stata durissima ma anche stavolta un’emozione incredibile: non potevo arrendermi, perché Eric ci ha creduto dal primo all’ultimo metro. Mi complimento anche con Fabio Marzocchi, l’altro ragazzo con noi in gara nel progetto Bimbingamba Sport che ci ha staccati al 25 km per portare a termine la sua gara con facilità”.