Caso Sallusti, Giacalone: “In carcere solo diffamando un magistrato”

La libertà di stampa negata: da Guareschi a Sallusti”, questo il titolo del convegno organizzato dal Popolo della Libertà e dall’Associazione No Reds andato in scena questa sera dalle 21 presso l’Auditorium Sant’Ilario in Via Garibaldi 17 a Piacenza.

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Un appuntamento di stretta attualità che è partito dalla vicenda che vede coinvolto il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti – condannato nelle scorse settimane per diffamazione a mezzo stampa per un articolo comparso sul quotidiano Libero al tempo da lui diretto – e che si è allargato a trattare tutta la questione della libertà di stampa e dei rapporti stampa-giustizia. Una vicenda, quella di Sallusti, che viene simbolicamente accostata ai fatti che videro coinvolto, con le stesse accuse e con la reclusione in carcere, il giornalista Giovannino Guareschi, padre del Candido e della saga di Don Camillo e Peppone.

A intervenire sul delicato argomento lo scrittore e giornalista Davide Giacalone: “La diffamazione è un reato molto grave, inquinante della vita pubblica ed è un bene che sia punita – ha spiegato – la patologia si divide in due aspetti: di prevedere la galera, che non ha minimamente senso e il non nascondersi dietro un dito. Cioè il pericolo lo corri solo se il diffamato è un magistrato” (L’intervista completa è ascoltabile a fondo pagina).

Nel corso della serata sempre Giacalone, commentatore politico e opinionista per Libero, per anni impegnato anche nell’attività politica-amministrativa e autore di diversi studi e saggi, ha presentato il suo ultimo libro, L’uomo del colle. Il Quirinale, il ruolo politico, le forzature, la scelta del 2013, una lucida analisi dell’evoluzione del ruolo politico del Presidente della Repubblica.