Rubarono in due gioiellerie, inizia il processo ma imputati irreperibili

Si è aperto oggi, davanti al giudice Ivan Borasi e al pm Gerardo Guidone, il processo a due colombiani, un uomo e una donna, difesi dall’avvocato Elena Vincini e accusati di furto aggravato alla gioielleria Silva. In aula sono stati sentiti come testimoni una parente del proprietario della gioielleria e due poliziotti.

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Il colpo avvenne il 21 aprile del 2010. Una gang di sudamericani, specializzata in questo tipo di furti, assalì due ditte piacentine: le gioiellerie Silva e Neri. Semplice la tecnica usata: entrare nel negozio, creare confusione, distrarre gli addetti e arraffare quanto più possibile. Una tecnica usata in altre gioiellerie del Nord Italia accerterà la polizia.

Prima uno, poi due, poi cinque o sei persone, sono entrate nella gioielleria di via Venti Settembre. Richieste di vedere gioielli, titolari distratti ed ecco che il colpo riesce. Un furto di preziosi che ammonterà a diverse decine di migliaia di euro. Una parente del titolare si accorge del furto e avverte la polizia. Mentre la donna e con i poliziotti per vedere di rintracciare i ladri, alla Volante arriva la chiamata della sala operativa: un furto è stato sventato alla gioielleria Neri. Qui, gli agenti acquisiscono le immagini della telecamera e avviano le indagini che hanno portato all’identificazione dei ladri e alla loro denuncia.

Il processo è stato rinviato in febbraio, per ascoltare altri testimoni. Dei due imputati, però, nessuna traccia. La donna era stata espulsa tempo fa, mentre l’uomo risulta irreperibile.