“Un paese nemico dell’impresa”. Il presidente della Confagricoltura Mario Guidi ha scritto al governo sul cambio di regime fiscale per le società agricole previsto nel “DDL Stabilità”. L‘associazione degli imprenditori agricoli si sia mobilitando contro l’abrogazione della norma che concede alla società di persone e di capitali che svolgono esclusivamente attività agricola la facoltà di optare per la determinazione del reddito su base catastale, anziché in base al bilancio. Confagricoltura Piacenza aveva evidenziato già nei giorni scorsi il devastante impatto che la norma avrebbe sul settore.
“Auspichiamo che il Governo intenda modificare la proposta – sottolinea Enrico Chiesa, Presidente di Confagricoltura Piacenza -. Le società di capitali dal 1° gennaio 2013 dovrebbero tornare a redigere i bilanci. Si annullano gli sconti, ma anche la semplificazione del regime catastale. L’agevolazione fiscale era stata introdotta per rafforzare la competitività del sistema imprenditoriale agricolo e avvicinare le aziende italiane alla media europea. Le due misure avevano dato contenuto fiscale alla riforma dell’agricoltura (legge di orientamento del 2001 e decreti legislativi del 2004 e 2005) che puntava dritto sulle forme più evolute di aggregazione per vincere le nuove sfide dell’agricoltura globale. Il processo si è avviato ed anno dopo anno si è registrata una crescita delle società di capitali. Negli ultimi anni le società di capitali sono passate, dal 2007 al 2012, da 8.000 a circa 12.000”. Nella lettera che il presidente della Confagricoltura Mario Guidi ha inviato al Governo si sottolinea come il provvedimento sia in evidente contrasto con la libertà d’impresa e con gli obiettivi di crescita del settore, tanto più perché viene introdotta retroattivamente. “Provvedimenti come questo – dice il presidente Guidi – fanno passare la voglia di fare impresa. In Italia non si può contare su nulla, nemmeno su un regime fiscale su cui si sono tarate migliaia di imprese e su cui sono stati realizzati miliardi di investimenti. Un provvedimento tra l’altro – osserva il presidente di Confagricoltura – in netta controtendenza con le politiche del Governo, che cercano di utilizzare lo strumento fiscale per promuovere la nascita di nuove imprese, come quelle contenute nel Decreto sviluppo bis per le Start up innovative. Una misura di fatto retroattiva – aggiunge – che avrà gravissime conseguenze per le imprese già costituite, che dal 2013 dovrebbero modificare il proprio regime fiscale, dopo aver fatto piani di investimento sulla base di business plan di medio e lungo periodo (15-20 anni) e che si troverebbero costrette a riformulare con banche e istituti finanziari le loro forme di finanziamento, con evidenti aggravi di costi e possibili casi di default delle società stesse.” “Condividiamo a pieno le parole di Guidi – Conclude Chiesa – se non si rivede la norma Il governo costringerà l’agricoltura al nanismo. La penalizzazione delle società non fa bene alla crescita del settore e rende più difficili moderne forme di aggregazione in cui il capitale ha un ruolo rilevante, attraverso le quali si potrebbero superare gli attuali ritardi strutturali del settore”.