E’ il quesito referendario per l’approdo in Lombardia, appena ammesso dall’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione, a tenere banco nelle comunicazioni in Consiglio provinciale. “Il referendum è una vittoria dei piacentini, sono soddisfatto – ha detto il presidente Massimo Trespidi – volevo consentire ai piacentini di avere uno strumento a disposizione per esprimersi. Uno strumento che, lo voglio ribadire, non deve avere targhe politiche. Poi però bisogna anche mettere il Consiglio innanzi al comportamento del ministro Patroni Griffi che cambia idea ogni giorno e all’azione preoccupante della Regione che scavalca gli enti e i presidenti della Provincia. Da ultimo stona l’assordante silenzio di Vasco Errani”.
La Cassazione dovrà ora inviare il parere di ammissibilità al Presidente della Repubblica che predisporrà un decreto da inviare al Consiglio dei ministri. “Ci sono le condizioni – ha detto Trespidi – per abbinare il referendum alle prossime elezioni Politiche”. Filippo Bertolini (Pdl) ha fatto da spalla: “Siamo orgogliosi di questo parere” ha detto il consigliere criticando invece le parole del presidente della Provincia di Parma Bernazzoli che sminuivano il valore di Piacenza. La notizia dell’accoglimento del parere è stata giudicata positivamente anche da Antonino Coppolino (Pdl) e dal leghista Giampoalo Maloberti. “Questo referendum lo volevamo fortemente”. Anche Giulio Maserati (Udc) si è detto soddisfatto. “Mi auguro che i cittadini vadano a esprimersi liberamente”.
“Sarà la vostra Waterloo – ha ribattuto il capogruppo del Pd Marco Bergonzi – ma la cosa che mi dispiace è che lo fate a spese dei cittadini. Questa è una beffa, andrete contro un muro”. Eloquente l’intervento di Enzo Varani (misto): “Questo referendum è una boiata pazzesca”. Ironico anche l’intervento di Luigi Gazzola (Idv): “Qualche tempo fa Trespidi disse che la Regione Lombardia andava preso come modello. Dopo quanto accaduto in quell’ente spero che abbia rivisto quel giudizio”.
ALTRE COMUNICAZIONI
“Sarebbe un guaio se le Provincia abbandonasse la volontà di fare di Piacenza la sede della Protezione civile del Nord” ha detto Gianluigi Boiardi alla luce della rescissione del contratto d’affitto per la sede di via dei Pennazzi chiedendo le intenzioni della Provincia. Sulla Protezione civile ha detto la sua anche Marco Bergonzi (Pd): “Qui è questione di tempo, rischiamo di perdere il polo dopo che Piacenza ha vinto la sfida con altri candidati”. Bergonzi ha invitato l’ente a fare un sopralluogo nel capannone messo a disposizione da un privato, la cui ampiezza è analoga a quella di via dei Pennazzi, sollecitando anche la Fondazione di Piacenza e Vigevano a farsi carico del problema.
E’ stato accolto, dall’Ufficio Centrale, il referendum proposto dalla Provincia di Piacenza per il passaggio in Lombardia. “Una buona notizia” ha commentato a caldo il presidente Massimo Trespidi, che si è riservato di attendere le motivazioni dell’accoglimento per ulteriori analisi.
Si tratta, in sostanza, del primo passaggio formale per l’indizione del referendum, cioè per chiedere che Piacenza venga accorpata alla Lombardia.
Nei giorni scorsi i consiglieri provinciali del Pdl Filippo Bertolini e Thomas Pagani della Lega Nord avevano depositato all’Ufficio Centrale per il Referendum, istituito presso la Corte di Cassazione a Roma, la delibera di richiesta di indizione del referendum, così come uscita dal Consiglio provinciale.
L’ufficio aveva tempo un mese per esprimersi e dare il proprio giudizio sull’ammissibilità o meno del quesito referendario. Esito che si è avuto in serata con l’accoglimento della richiesta.
L’onorevole del Pdl, Tommaso Foti: “Ammissione Referendum: grande successo”. Con buona pace di chi asseriva che il referendum per il passaggio della provincia di Piacenza in Lombardia doveva essere presentato dopo il riordino delle Province, l’ammissione dello stesso – primo caso in Italia – rappresenta un grande successo per chi, come lo scrivente, nel centro destra lo ha sempre sostenuto. Restano con le pive nel sacco coloro che lo hanno contrastato e chi pensava in un giudizio negativo da parte della Cassazione. Falliti i pannicelli caldi dei ricorsi, della deroga ai criteri, della speranza che tutto finisse in niente, la strada maestra del referendum che a volte in splendido isolamento ho sostenuto si è mostrata vincente.