“L’occhio del cronista – La Germania nelle pagine del Corriere della Sera”

Alla Biblioteca Passerini Landi si è aperta la mostra “L’occhio del cronista – La Germania nelle pagine del Corriere della Sera dal 1960 al 2000”. La mostra, a ingresso gratuito, resterà aperta sino al 30 ottobre 2012 negli orari di apertura della biblioteca.

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L’occhio del cronista – La Germania nelle pagine del Corriere della Sera dal 1960 al 2000, è la prima mostra documentaria che racconta anni di relazioni italo-tedesche attraverso le parole di giornalisti che, per il Corriere della Sera, sono stati inviati o corrispondenti da Bonn e Berlino. Dagli articoli di Giorgio Zampa e Franco Di Bella a quelli più attuali di Danilo Taino, la Germania prende vita sulle pagine del Corriere tra indagini sociologiche e vecchi cliché.

La mostra, curata e prodotta dal Goethe-Institut Mailand, presenta i risultati di un processo di ricerca e selezione nell’Archivio del Corriere della Sera durato oltre un anno.

La Germania è presentata in 6 aree tematiche: costume, società, storia e cultura, emigrazione, economia, e politica.

Per quanto riguarda la scelta degli articoli, i pezzi degli Anni Sessanta sono quelli maggiormente rappresentati. Si tratta degli anni in cui il Corriere della Sera mandò i corrispondenti a Bonn, ed è grazie a loro che per la prima volta sul giornale si iniziò a parlare della Germania del dopoguerra.

I resoconti di Zampa e Di Bella ci ridanno sia l’immagine di una Germania alla ricerca di una nuova identità culturale e sociale, sia quella dei nostri connazionali emigrati, i primi latin lovers, tanto ambiti dalle donne tedesche ma ancora tanto legati alle tradizioni italiche:

Le ragazze sono bionde, belle «piene di petto», tanto buone e tanto brave ma…

«Ma che cosa?»

«Non sanno fare la salsa. Non sanno cucinare gli ziti».

Franco Di Bella, Corriere d’informazione, 24-25.8.1961

Dagli articoli emerge che i tedeschi sono un popolo chiuso, ordinato, rispettoso delle regole ma capace di sorprendere durante i festeggiamenti sfrenati del carnevale o come quando, contrariamente a tutti i Paesi europei, decidono di ribellarsi al Rauchverbot, il divieto di fumare nei locali pubblici:

Impossibile non adorare i tedeschi, di questi tempi. Il popolo forse più famoso per il suo rispetto delle leggi, certe volte anche le più assurde, è in piena rivolta contro il divieto di fumare nei locali pubblici. È una ribellione spontanea, spesso individuale, ma ha creato un fronte unito tra chi vuole accendere la sigaretta e i proprietari di bar, pub, ristoranti, discoteche.

Danilo Taino, Corriere della Sera, 11.06.2008

Alle pagine di storia del dopoguerra si aggiungono i primi resoconti dalla Germania unita, e a prendere la scena sulla stampa italiana è la ex DDR, un mondo praticamente sconosciuto fino agli Anni Novanta:

Per inseguire questi due primati incompatibili i dirigenti dell’Est hanno dovuto per forza trascurare le città, lasciandole deperire da sé, senza quasi toccarle. Adesso queste città sono cadenti, invivibili, ma stranamente belle. Abitare a Rostock e a Wittenberg può essere una maledizione. Ma andarle a vedere è se non altro piacevole, perché hanno conservato quel fondo cupo, gotico, fiabesco e anche tetramente industriale che era il fascino della Germania.

Saverio Vertone, Corriere della Sera, 28.10.1990

Questa mostra documentaria è stata realizzata nell’ambito del progetto

Va bene?! – La Germania in italiano. Italien auf Deutsch. Lanciata all’inizio del 2010 dal Goethe-Institut Italien in collaborazione con la Bundeszentrale für politische Bildung (Centrale Federale per la formazione politica), l’Institut für Auslandsbeziehungen (Istituto per le relazioni con l’estero), gli Istituti Italiani di Cultura in Germania e tanti altri partner, l’iniziativa, grazie a due anni di scambi di redazioni, reportage incrociati e dibattiti, vuole modificare l’immagine che Italia e Germania hanno l’uno dell’altro.