Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha visitato questa mattina l’Università Cattolica di Piacenza nell’ambito del primo di una serie di eventi per celebrare i 60 anni della Facoltà di Agraria dell’ateneo piacentino. Una giornata di “grandissimo interesse”, secondo il professor Profumo, che ha partecipato all’incontro “La facoltà di agraria: da Piacenza all’Europa”. Ecco i passaggi dell’incontro con i giornalisti.
Oggi si parla di ricerca, forse bisogna fare di più…
“Credo che questa giornata sia di grandissimo interesse perché questa facoltà, negli ultimi anni, ha avuto una grande attenzione per la ricerca europea. Sono ben 22 i due progetti europei nel programma quadro e altri due sono in fase di valutazione. Un segno importante per il paese, in un settore in cui l’Italia investe molto in Europa. L’Italia ha bisogno di recuperare una parte di queste risorse che fino ad oggi non sono ritornate. I 60 anni sono sicuramente un esempio di buona gestione e un buon auspicio per lo sviluppo futuro.
Che cosa rappresenta la Cattolica di Piacenza in termini di sviluppo in questo momento di crisi?
Credo che ci siano numeri di grande interesse, mi riferisco all’occupabilità dei laureati. Nel giro dei dodici mesi successivi alla laurea quasi il totale dei laureati piacentini trova lavoro e di buona qualità. Significa che c’è una buona connessione dalla fase di orientamento, la domanda di lavoro e l’offerta successiva. E’ un buon modello.
Sono di pochi giorni fa le proteste del mondo della scuola. Lei ha detto che serve un patto della scuola…
Un patto che deve partire dalla consapevolezza che il paese può uscire dalla crisi e può avere il ruolo che gli compete in Europa solo con una scuola che sia capace di formare cittadini del futuro più “europei”. Può avvenire solo se la nostra scuola si allinea ai criteri dell’unione. Purtroppo i problemi attuali della scuola non possono essere risolti nel breve termine. Serve un patto che coinvolga le parti sociali, gli insegnanti, i dirigenti… tutta la comunità, con uno sviluppo pluriennale.
Cosa si deve offrire agli insegnanti? Aumenti di stipendio, di ore di lavoro?
Per prima cosa l’occupazione: per troppi anni il ruolo dell’insegnante è stato sottovalutato, mentre invece è fondamentale per il futuro. Serve ovviamente la rivalutazione a livello retributivo e della carriera.
Cosa risponde agli studenti recentemente scesi in piazza muniti di carote?
Vanno ascoltati, ma tutto deve avvenire senza violenza.
Come vivete all’interno del governo i grandi tumulti che sta vivendo il mondo politico?
Questo è un governo di persone prestate ad un impegno civile, persone che hanno un’attività, una loro storia, per cui stiamo cercando di fare il nostro lavoro nel modo migliore possibile con un impegno primario: il bene del paese.
Cosa risponde a chi chiede un “Monti bis”?
In questo periodo una delle questioni principali è stato recuperare un ruolo nell’Europa, ritengo che sia stato un obiettivo raggiunto.
Le forze politiche chiedono di salvaguardare l’agenda Monti. Pensa che questa debba essere mantenuta anche per il prossimo governo?
Stiamo facendo un’operazione di consolidamento, in modo da lasciare in eredità una formalizzazione. E’ importante, indipendentemente da chi ci sarà dopo.
Crede che in futuro sarà possibile per gli insegnanti non essere più assunti per concorso ma per merito e capacità come avviene in altre parti d’Europa?
Non credo che il concorso sia un antagonista della valorizzazione delle capacità, il concorso va gestito in modo trasparente ed equilibrato, ed è quello che stiamo facendo. Con quello in atto otterremo insegnanti per i prossimi 25, 30 anni, con competenze specifiche e un buon rapporto con la scuola. Nella prova di selezione viene fatto un controllo delle capacità logiche e deduttive che sono il fondamento dell’insegnamento, oltre alla valutazione linguistica e informatica. Nella seconda prova sarà verificato come il candidato sa stare a scuola, con una prova di lezione.
La presenza del ministro poter dare il via ad eventuali contestazioni: si è presentata invece pacificamente ed educatamente una precaria della scuola, Annalisa Paraboschi, che ha consegnato a mano una lettera. In allegato potete leggere il contenuto della missiva.