920 volti allineati su un lunghissimo striscione bianco. 920 volti per simboleggiare le vittime sul lavoro. Come ogni anno l’Anmil di Piacenza, guidata da Bruno Galvani, da vita ad una iniziativa artistica certo, ma finalizzata a far riflettere sul dramma delle morti sul lavoro. L’enorme striscione è stato issato sulla facciata del Palazzo Gotico di Piazza Cavalli questo pomeriggio, in occasione della 62a Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro che si celebrerà domenica prossima 14 ottobre.
Un corteo partirà alle 9,30 dalla sede dell’Anmil provinciale in via Molineria Sant’Andrea. Alle 10,00 si terrà poi la messa nella chiesa di San Francesco in Piazza Cavalli e dopo la funzione avverrà l’ufficiale deposizione delle corone alla Lapide dei Caduti sul Lavoro sotto i portici di Palazzo Gotico. Alle 11 si terrà una cerimonia civile in Sant’Ilario e per concludere, alle 12, avverrà la consegna Brevetti d’Onore Inail.
I DATI
La più frequente causa di mortalità è la caduta dall’alto nel 24,5 per cento dei casi, seguita dal ribaltamento di un veicolo o un mezzo in movimento (20,2 per cento) e dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (16,1 per cento).
Le regioni più colpite sono la Lombardia (52 morti bianche) e l’Emilia Romagna (51), seguite dalla Toscana (36), dalla Sicilia (30), dal Veneto (29) e dalla Campania (28).
Osservando poi l’incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa, è l’Abruzzo a guidare ancora la classifica con un indice di 46,6 contro una media nazionale pari a 17,1. Seconda la Valle D’Aosta (35,1), terzo il Trentino Alto Adige (29,8), quarto il Molise (27,7) e quinta la Basilicata (27).
Tra le province italiane è Modena a far rilevare il maggior numero di vittime sul lavoro con 17 decessi da gennaio a settembre. Seconda è Brescia (16), terze Salerno, Torino e Roma (11). Il più alto rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa viene invece registrato a Grosseto (93,5). Seguono: Pescara (59,5), Chieti (57,3), Benevento (57,2), Modena (55,9), Avellino (55,2), Nuoro (52,9).
E’ sempre l’agricoltura ad essere al centro della tragedia con il maggior numero di morti bianche e il 36,1 per cento del totale delle vittime sul lavoro; nel settore delle costruzioni invece è deceduto il 25,1 per cento dei lavoratori. Il 7,9 per cento degli eventi mortali, invece, ha coinvolto gli operatori del commercio e delle attività artigianali; mentre arriva al 6,4 per cento la mortalità nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni.
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono l’11,6 per cento del totale. I rumeni i più numerosi. Mentre le fasce d’età maggiormente colpite sono quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (98 vittime) e degli ultrasessantacinquenni (84). Rispetto alla popolazione lavorativa l’indice di incidenza più preoccupante è proprio quello degli ‘over 65’ (223,5); segue il 28,9 della fascia 55-64 e il 15,6 dei 45-54.