La proposta di un dipendente: “Ghettizzare i fannulloni del Comune”

Chiedevano suggerimenti per risparmiare risorse pubbliche e far funzionare meglio la macchina comunale. Ma se le segnalazioni dei cittadini stanno arrivando col contagocce, non altrettanto si può dire per quelle che arrivano direttamente dai dipendenti comunali. Tanto che qualcuno non ha resistito dal suggerire ai governanti una sorta di ghettizzazione dei “fannulloni” impiegati a Palazzo Mercanti. Testuale: “Concentrare gli scarica barile e i passacarte all’ufficio “varie ed eventuali”, in modo da concentrare in un unico punto i parassiti per non intaccare il lavoro di chi svolge le mansioni con competenza”. Eccola una delle proposte antispreco giunta attraverso la rete Intranet del Comune nell’ambito del progetto di spending review avviato qualche giorno fa dall’assessorato al Bilancio che fa capo a Pierangelo Romersi. C’è chi ha concentrato l’attenzione sulla formazione del personale: “E’ necessario, soprattutto in periodi come quelli in cui stiamo vivendo nei quali la normativa cambia più volte nell’arco di un anno, che i dipendenti siano supportati da formazione periodica al fine di migliorare la produttività, evitare errori soprattutto nelle pratiche che impegnano l’ente verso operatori esterni, permettere di avere parametri che possano incidere sulla valutazione della produttività, sviluppare il concetto sconosciuto della meritocrazia”. Chi invece sul “dotare gli uffici tecnici di misuratori elettronici con puntatore laser cosicché per fare i rilievi sia sufficiente una sola persona anziché due”. E ancora:

Radio Sound

 “Predisporre la raccolta differenziata in modo organizzato. Per la plastica/lattine imporre alla ditta dei distributori automatici la differenziazione ed il corretto smaltimento”. Da segnalare poi chi si lamenta per qualche collega sprecone: “prendere qualche provvedimento, anche “lieve” cioè senza conseguenze, per chi sistematicamente non spegne le luci nell’ufficio”. C’è poi chi ha approfittato dell’occasione per scrivere addirittura una poesia, specificando di sapere bene “che non centra nulla ma male la poesia non può fare”.

 

Dissipa tu se tu puoi

la mia fanciullaggine; dissipa tu se tu vuoi,

o puoi, il mio incanto di te, che non è finito:

il mio sogno di te che tu devi per forza assecondare,

per diminuire. Dissipa se tu puoi la forza che

mi congiunge a te: dissipa l’orrore che mi ritorna

a te. Lascia che l’ardore si faccia misericordia,

lascia che il coraggio si smonti in minuscole

parti, lascia l’inverno stirarsi importante nelle

sue celle, lascia la primavera portare via il

seme dell’indolenza,m lascia l’estate bruciare

violenta e incauta; lascia l’inverno tornare

disfatto e squillante, lascia tutto – ritorna

a me; lascia l’inverno riposare sul suo letto

di fiume secco; lascia tutto, e ritorna alla

notte delicata delle mie mani.

 

Tornando a cose serie qualche dipendente ha proposto la “sostituzione monitor CRT (consumo nominale 70W da nuovo poi aumenta) con monitor LCD a basso consumo energetico da 15W a 30W (in dipendenza della tecnologia utilizzata) costo iniziale d’acquisto 70/85 €”. Qualcun altro di “Inviare via posta elettronica ai dipendenti che hanno attivo e che utilizzano un indirizzo mail (comunale o no) le buste paga a prescindere dalla richiesta del dipendente”. E poi: “Avviare una riflessione seria sulla flessibilità, estendendola all’intera giornata almeno per gli uffici non aperti al pubblico. Se, dove l’accordo tra colleghi e dirigenti lo consente (con una sorta di turnazione), si potesse ad esempio lavorare dalle 10 alle 16 o dalle 12 alle 18, si ridurrebbero i costi per il pagamento di straordinari che, in realtà, sarebbero normali rientri pomeridiani. Senza nulla togliere, ovviamente, alla possibilità di fare gli straordinari – e di vederseli retribuire pienamente – quando è davvero necessario.

Probabilmente ne trarrebbe beneficio anche l’organizzazione privata, oltre a quella lavorativa, delle nostre giornate. Non un obbligo, ma una scelta”. Uno degli ultimi commenti è laconico: “Licenziare tutti i dipendenti pubblici”. Firmato: Elsa Fornero.