“Abbiamo chiesto una semplificazione come Unioncamere al ministro Passera, anche se quella di Piacenza non ha nessuna necessità’ di farlo”. E’ stato chiaro il presidente dell’ente piacentino, Giuseppe Parenti in apertura del Consiglio camerale questa mattina, dove all’ordine del giorni c’era proprio la proposta di accorpamento. Per la nostra Camera di commercio si parla di unione a Parma, Lodi e Cremona.
“Unioncamere lo ha chiesto non per noi ma per quelle Camere di commercio in stato di rigidità’ e non autosufficienti” continua Parenti.
Si tratta, insomma, di una duplice buona notizia visto che, rispetto alla Provincia di Piacenza che non ebbe i requisiti per rimanere autonoma, la Camera di commercio piacentina ha tutti i numeri per farlo. Anche perché, ha chiarito sempre l’ingegner Parenti: “Non abbiamo nessun obbligo di seguire la Provincia nel riordino, abbiamo uno statuto diverso”.
La discussione, in mattinata prevedeva comunque altri due punti all’ordine del giorno, tra cui l’organizzazione della manifestazione Coppa d’oro, che quest’anno avrà’ come madrina d’eccezione la nota attrice Isabella Ferrari e la costituzione di un museo delle macchine agricole.
Nel primo caso sembra tutto pronto, per la manifestazione che andrà in scena l’8 novembre. Nel secondo, le due location per il museo sono state individuate nel Farnese – che lo affiancherebbe a quello delle carrozze – e la caserma Nicolai.
“Si tratta di un riordino ineludibile, perché non ci son più soldi, più risorse”. Diametralmente opposto il giudizio di Mario Spezia, consigliere camerale che si è espresso, a differenza del presidente Parenti, per l’accorpamento.
“In questo clima di riordino le Camere di commercio (che sono enti pubblici) possono candidarsi ad accorparsi” ha spiegato, continuando: “gli sportelli rimarrebbero, l’importante è cosa sei in grado di proporre politicamente”.
La proposta di Spezia, nello specifico, riguarda l’ottenimento delle deleghe che verranno lasciate scoperte dalla Provincia, per le quali la Camera di commercio piacentina potrebbe candidarsi: “Penso a quelle che riguardano le imprese; formazione lavoro, centri per l’impiego ma anche agricoltura e turismo” ha affermato il consigliere. “Così ho chiesto che si porti a Unioncamere regionale per tenere unito il sistema delle imprese”.
Altra questione aperta, quella che riguarda il numero di iscritti. nel possibile accorpamento, infatti, rientrerebbero quegli enti camerali che hanno meno di 40mila iscritti. In questo rientra Piacenza, anche se il presidente Parenti ha riportato al consiglio l’assicurazione che ad ora l’ente da lui presieduto non rientra in questo progetto: “Non erano stati indicati parametri legati alla numerosità delle imprese iscritte“.
IL COMUNICATO DELLA CAMERA DI COMEMRCIO – RESOCONTO DEL CONSIGLIO CAMERALE
Il tema è tra i più caldi del momento: si ridisegna l’assetto istituzionale delle Province e quindi ci si chiede cosa succederà al mondo delle camere di commercio, considerata la competenza che hanno su di un territorio che oggi corrisponde proprio a quello della provincia.
Per questo il Presidente Giuseppe Parenti ha convocato questa mattina il Consiglio della Camera di commercio: per dare informazioni e raccogliere suggerimenti dai colleghi.
Nei giorni scorsi erano uscite notizie che vedevano la posizione del Presidente Parenti allineata su una ipotesi di accorpamento Piacenza, Parma, Lodi e Cremona, ipotesi che lui stesso non ha esitato oggi a definire “priva di fondamento”.
A Bologna, presso la sede di Unioncamere, ha informato i colleghi, era stato inizialmente predisposto un documento che ipotizzava la possibilità di chiudere le camere di commercio non in linea con parametri di efficienza ed in particolare che avessero rigidità di bilancio e non fossero autosufficienti. Non erano stati indicati parametri legati alla numerosità delle imprese iscritte. Quando invece si è trattato di firmare il documento da trasmettere all’Unione nazionale tra gli altri criteri veniva –a titolo esemplificativo- citato quello del numero di unità locali operanti sul territorio di riferimento, ponendo il limite dimensionale di 40.000, parametro che lo stesso Parenti ha duramente contestato. Limite che a Piacenza va un pochino largo, considerato che a Piacenza il numero di unità locali risulta pari a poco di 38.000 unità.
I consiglieri, intervenuti in successione nel dibattito, hanno unanimemente sottolineato che vanno premiate, e salvaguardate, le camere di commercio che hanno bilanci positivi.
La discussione si è poi spostata sulle deleghe del lavoro, dell’agricoltura, del turismo, che attualmente la Regione Emilia Romagna ha passato alla Provincia e che potrebbero essere messe in discussione.
Il consigliere Mario Spezia ha ammesso che il documento di Unioncamere Emilia Romagna è interessante nella parte che riguarda la ridefinizione del sistema istituzionale in Italia, contesto in cui esiste uno spazio per inserirsi.
Quello che serve è però una riflessione autonoma sul che cosa si vuole fare: Quindi ha proposto di stimolare una riflessione congiunta delle associazioni di categoria, una valutazione da parte della Giunta con la successiva predisposizione di un documento portatore di proposte da sottoporre poi al Consiglio.
Enrico Zangrandi ha posto l’accento sul ruolo delle camere di commercio: devono essere i soggetti che programmano il futuro dell’economia di un territorio, senza subire la politica sulle proprie spalle.
Molti consiglieri hanno approvato la sottolineatura sul fatto di dover essere protagonisti delle decisioni che saranno assunte.
Luigi Sidoli ha ricordato che parlare di deleghe senza sapere se verranno trasferite anche le relative risorse potrebbe essere problematico: se mancassero i fondi necessari per gestirle sarebbero ancora le imprese a dover contribuire, attraverso il diritto annuale.
Alberto Squeri ha rimarcato il fatto che in un momento di grande confusione come quello attuale possono effettivamente emergere delle opportunità.
Bisogna che la camera di commercio parta prima che le decisioni siano già assunte. “I territori sono sistemi economici e sociali che devono organizzarsi in modo autonomo” ha detto “Occorre dare un nuovo significato alla parola territorio”.
Il Presidente ha raccolto i suggerimenti emersi rassicurando sul fatto che la Camera di commercio si attiverà nella direzione proposta ma allo stesso tempo ha chiesto a tutti i presenti di muoversi a loro volta presso il loro punto di coordinamento regionale.
Su proposta del consigliere Mario Spezia il Consiglio ha approvato il Protocollo di intesa sulla logistica che è stato predisposto, dopo un lungo lavoro di contrattazione, dall’Assessorato provinciale al Lavoro in collaborazione con la Direzione provinciale del lavoro, gli enti previdenziali e le associazioni datoriali. Il protocollo è un atto nuovo, che non esiste nelle province limitrofe e che vuole garantire la libera concorrenza tra le imprese e la lealtà dei rapporti (e quindi anche la sicurezza sul lavoro); tra gli elementi fondanti di tale protocollo vi è infatti la possibilità che siano attivate verifiche e controlli nel caso in cui talune imprese possano proporre dei contratti di subappalto con tariffe al di sotto di alcuni parametri minimi.
La firma del protocollo sarà il prossimo 12 ottobre, tra i firmatari ci sarà quindi anche la Camera di commercio.
Prima della conclusione è intervenuto il consigliere Dario Costantini che ha ricordato che domani si terrà l’inaugurazione del cavalcaferrovia che sarà intitolato a Davide Tagliaferri, il tassista assassinato durante lo svolgimento del proprio servizio. Costantini ha chiesto ai consiglieri di essere presenti per testimoniare la vicinanza del mondo economico ai familiari del tassista ucciso ma anche a tutta la categoria di questi lavoratori che appartengono al mondo dell’artigianato.