“Conflitti internazionali, non smettere di lavorare per la pace”

Monica Maggioni, volto noto del TG1, unica italiana inviata di guerra embedded, cioè arruolata da civile nei Marines americani e Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica LiMes, hanno animato il Forum su come governare i conflitti internazionali. All’ entrata della sala dei teatini, gremita di studenti, abbiamo chiesto a Monica Maggioni, utilizzando la frase finale per presentare l’ evento, contenuta nel programma, e cioè se sia possibile avere un assetto più giusto del mondo. E’ difficile, forse impossibile – esordisce la Maggioni – ma non per forza si deve smettere di lottare perché ciò accada. Il fatto che la storia non abbia mai raccontato un’ epoca senza conflitti non è una giustificazione utilizzabile o un alibi per accettare i conflitti. Parlare di questi temi coi giovani, coi ragazzi delle scuole significa dire che ci deve essewre una cultura del diritto che prescinda dal fatto che le cose vadano in un determinato modo. Come dicevamo, Monica Maggioni è stata l’ unica italiana embedded, arruolata tra i Marines in occasione della guerra in Iraq del 2003. “Da questa esperienza, (dalla quale è stato tratto anche un libro ndr) mi porto dietro innanzitutto il fatto di essere stata per tre mesi embedded e di essere stata così “marchiata” nonostante abbia seguito anche altri dieci anni di conflitti e non da embedded. Ho potuto vedere, grazie a questa esperienza, un angolo della guerra che altrimenti non avrei visto, come le condizioni dei militari americani che al ritorno dal conflitto, si suicidano. C’è un enorme problema di veterani che non viene trattato. Anche le non notizie come questa devono arrivare alla luce”. La Maggioni è stata inviata per la Rai alle scorse elezioni presidenziali negli States che hanno visto Barack Obama, primo presidente afro-americano, varcare la soglia della Casa Bianca. “Quelle elezioni, di quattro anni fa, erano cariche di speranza, di un forte elemento emotivo e del fatto che, realmente, c’era un mondo che cambiava. Al di là delle valutazioni sulla presidenza Obama qualcosa è cambiato. Questa campagna elettorale, che vede Obama in vantaggio, è sicuramente meno ad alta tensione”. Sul caso Sallusti: “Non lo interpreto come un conflitto tra giornalisti e istituzioni. Penso piuttosto che ci siano leggi, che limitano la possibilità di fare i giornalisti, che vanno ripensate, riscritte e certamente cambiate”. Qualche minuto prima dell’ inizio dell’ incontro, in leggero ritardo, riusciamo anche ad avvicinare Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica LiMes . “I conflitti sono il sale delle nostre analisi. Non vogliamo cerare formule magiche per spiegare tutto ma cerchiamo di analizzare caso per caso i principali conflitti in essere e quelli che stanno maturando nella nostra inconsapevolezza”. In questo Festival del Diritto, per fortuna, al tema dei conflitti si affianca quello della solidarietà “Che – continua Caracciolo – è creata dalle stesse parti in conflitto. Bisogna capire quali sono le poste in gioco delle parti in conflitto e creare delle mediazioni, ma non è facile”.

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