Camusso sul caso Astra: “Pomigliano non può essere la regola per tutti”

Un nuovo piano del lavoro per cambiare l’Italia e il ruolo della Cgil sono i temi di cui si sta parlando in questo momento in un’affollatissima sala Nelson Mandela, nella sede di via XXIV Maggio della Camera del Lavoro piacentina (la prima nata in Italia), in cui si sta svolgendo l’attivo dei quadri e di tutti i delegati delle varie categorie del sindacato. Al tavolo dei relatori, in attesa di chiudere l’incontro intorno a mezzogiorno, è presente Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil. 

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L’abbiamo incontrata a margine della riunione e con lei abbiamo affrontato diversi argomenti, a partire da uno tutto piacentino, o meglio, dalla declinazione piacentina di una vera e propria guerra sindacale iniziata a Pomigliano. Parliamo dell’Astra veicoli industriali, azienda locale che fa parte del Gruppo Fiat, dalla quale – a seguito degli accordi di Pomigliano non sottoscritti dalla Cgil – è stata esclusa la Fiom, ovvero la categoria dei metalmeccanici del sindacato più rappresentativo d’Italia. Esclusa dalla possibilità di esercitare la propria attività sindacale a seguito di una sentenza della scorsa settimana emessa dal giudice del lavoro di Piacenza Giovanni Picciau che ha respinto il secondo ricorso presentato dalla Cgil, ovvero quello che riguardava proprio l’agibilità sindacale della Fiom (aveva accolto invece quello che riguardava le trattenute dalla busta paga, e la cosa aveva fatto ben sperare i sindacalisti di via XXIV Maggio prima della doccia fredda della bocciatura del ricorso principale). Il modello Pomigliano, dunque, è ormai “legge” per tutti?

“No, non possiamo considerarlo tale, anche perché viola la Costituzione in materia di libertà sindacale e andremo avanti a sostenere questa tesi in tutte le sedi – ha risposto Susanna Camusso – Ma bisogna anche porre rimedio, e l’abbiamo detto l’altro giorno nell’incontro con il Governo, ai danni fatti che fece un referendum sullo Statuto dei lavoratori rendendo ambiguo il concetto di libertà di iscrizione ai sindacati”.