Il vino trasformato in un “prodotto eco sostenibile”. E’ questo l’obiettivo principale del ministro dell’Ambiente Corrado Clini che oggi, a Palermo, ha presentato a Villa Tasca il progetto per la valutazione della sostenibilità nella produzione vitivinicolo italiana. “Stiamo sperimentando l’applicazione di metodologie per fare in modo che il vino diventi un prodotto eco sostenibile e che diventi un marchio da sperimentare sul mercato per identificare poi un marchio di qualità”, ha spiegato il ministro incontrando i giornalisti. Riferendosi agli ultimi sviluppi sull’Ilva di Taranto, Clini ha sottolineato: “il ministro dell’Ambiente non vive di solo acciaio…”. Sono diversi i partner del progetto presentato oggi a Palermo e che vuole valorizzare la vitivinicoltura per la difesa dell’ambiente: Castello di Monte Vibiano Vecchio, Fratelli Ganci, Masi Agricola, MArchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Planeta, tasca D’Almerita e Venica&Venica.
“Mi aspetto i numeri, cioè i valori del consumo di ambiente nella produzione del vino e gli impegni che le imprese prendono per ridurre questo consumo. Questo ci consentita’ di avere un marchio di qualità ambientale per la produzione del vino italiano”, ha spiegato il ministro Clini. Al progetto collaborano anche le università di Perugia, Torino e Piacenza. In Europa la sperimentazione del vino ‘eco sostenibile’ è stata provata in Franca e Spagna. Lo stesso accordo tra il Ministero dell’Ambiente è già stato siglato in passato con aziende italiane, come Gucci nel settore dell’abbigliamento e IllY Caffe’. “La rivoluzione del progetto – ha spiegato Clini – è raccogliere ciò che oggi è frammentato”.