Christian Bussandri cattura l’attenzione della Csai

Bisogna dirlo: sei mesi fa al circuito di Franciacorta nemmeno il più semplicione degli avversari si era permesso di sorridere con sufficienza alla prima comparsa in gara della Peugeot 207 20C,pensando di avere a che fare con una vittima predestinata delle auto a benzina. Anche se alimentata esclusivamente a metano era pur sempre una vettura studiata e realizzata dal team Bussandri, lo stesso capace di vincere due titoli tricolori assoluti nell’arco di tre anni con la precedente Peugeot by Bussandri, una 206 profondamente rivisitata dalla formazione fiorenzuolana, ma più tradizionalmente spinta dalla benzina. Se Andrea Bussandri, il ‘capo storico’ della squadra e dell’azienda fiorenzuolana e suo figlio Christian – pilota scudettato ma anche raffinato tecnico elettronico, si erano lanciati nella sfida tecnica e sportiva di essere i primi a confrontarsi con il loro bolide ecologico direttamente con le vettura tradizionali, era invece il caso di preoccuparsi. Andrea ha sempre amato le sfide difficili, ma ha sempre evitato gli azzardi impossibili: dunque c’era il timore degli ostacoli da superare ma anche la sicurezza di fondo di poterla spuntare, o quanto meno di potersela prima o poi giocare. E di rendere un servizio all’ambiente ribaltando l’immagine stessa del metano. “Il metano è un carburante pulito, ad emissioni praticamente nulle anche di CO2 (che letto al contrario diventa 20C, come abbiamo voluto siglarla a mò di sintesi fra la Peugeot 207 da cui discende e appunto la assenza di CO2) quindi può dare un grande contributo nel salvaguardare l’ambiente e la salute. Però come carburante il metano si trascina una immagine di scarsa brillantezza, di lentezza rispetto ad altri, ad iniziare dalla benzina. Anche teoricamente non è proprio così: il nostro obiettivo era ed è quello di smentire questa immagine con il prezioso aiuto tecnologico della Landi Renzo che ci supporta in questa avventura.” Ed il fatto che la stessa federazione italiana – la Csai, Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, che dipende dall’Aci – si sia attivamente interessata in tutta la fase di omologazione della vettura ne era un’altra prova. Per diversi mesi l’ingegnere Mario Bonifacio, presidente della Sottocommissione Energie Alternative della Csai e componente dell’analoga commissione della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), ha seguito lo sviluppo tecnico della prima vettura italiana che chiedeva di essere omologata con l’alimentazione a gas naturale, la meno inquinante in assoluto, fra i carburanti fossili. E questa prima omologazione è servita ad affinare i requisiti stessi richiesti dalla federazione. “La Fia, e quindi conseguenza anche la Csai, è impegnatissima nei programmi finalizzati da un lato alla sicurezza sulla strada e dall’altra alla riduzione dell’inquinamento. Due aspetti in cui l’automobilismo sportivo deve fare da traino e da esempio: basti dire che dal 2020 nessuna vettura potrà emettere più di 95 gr. di CO2 per km. La sensibilità pionieristica di Bussandri in questo campo si abbina alle sue capacità tecniche ed è stato, ed è tuttora, un vero e proficuo  

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