AGGIORNAMENTO 19.9 – Potrebbe far parte di un’organizzazione napoletana dedita alle truffe in tutt’Italia la donna di origini capoverdiane che ha tentato una truffa nei confronti di una banca cittadina. Il suo scopo era aprire conti intestati a persone inesistenti, accedere al servizio home banking e ripulire i conti correnti attraverso il bancomat che le sarebbe stato rilasciato con l’apertura del conto. Si sospetta inoltre che la donna abbia tentato di mettere a segno altre truffe in città, almeno ai danni di due istituti di credito. Ricordiamo che la truffatrice, processata per direttissima ieri pomeriggio, ha patteggiato un anno e otto mesi.
AGGIORNAMENTO ORE 18,13 – Ha patteggiato 1 anno e due mesi ed è tornata in libertà la donna di 40 originaria di Capo Verde accusata di aver utilizzato documenti falsi per aprire conti correnti con accessi internet e mettere a segno truffe online. La donna, lo ricordiamo, voleva aprire un conto con possibilità di home banking e il documento che aveva presentato sembrava presentare alcune anomalie. Il direttore della Bnl ha contattato i carabinieri che l’hanno fermata all’uscita della banca. Con sé aveva il documento di indennità usato in banca: rilasciato a Parma e apparentemente valido, da un controllo più approfondito è risultato completamente falso.
Documenti falsi per apire conti correnti con accessi internet al fine, probabilmente, di mettere a segno truffe online. Un giro al quale i carabinieri della stazione di Piacenza levante pensano di aver dato un duro colpo con l’arresto di cui è stata data notizia oggi.
In manette è finita una donna di 40 anni, originatia di Capo Verde, residente a Pianura, in provincia di Napoli, con già alcuni precedenti penali. Le accuse di cui ora deve rispondere sono possesso di documenti di identificazione validi per l’espatrio, uso di atto falso, sostituzione di persone e tentata truffa.
I fatti. Poco prima delle 13 di ieri, i militari dell’Arma sono stati avvisati dal direttore dell’agenzia 3 della Bnl in via Genova: una donna voleva aprire un conto con possibilità di home banking e il documento che aveva presentato sembrava presentare alcune anomalie. Le procedure per l’apertura del conto sono state avviate ma nel frattempo, come detto, sono stati avvertiti i carabinieri. I quali poco dopo hanno individuato la donna, nel frattempo uscita dalla banca e l’hanno accompagnata in caserma. Con sé aveva il documento di indennità usato in banca: rilasciato a Parma e apparentemente valido, da un controllo più approfondito è risultato completamente falso.
Sul documento c’erano le generalità di una donna ecuadoriane, realmente esistente e residente a Parma ma totalmente ignara di tutto. L’africana aveva anche un’agenda su cui c’erano le false generalità, come a doverle imparare a memoria, e c’erano le prove delle firme false.
Accertata la falsità della carta d’identità, la falsa attestazione del datore del lavoro da parte di un’impresa di pulizie di Piacenza inesistente, il tesserino sanitario falso con le stesse generalità della carta d’identità, l’africana è stata arrestata.
E’ emerso che la donna poco prima aveva tentato di aprire un conto all’agenzia di piazza Cavalli della Banca nazionale del lavoro.