Continua il processo che vede imputate sei persone, per le quali si chiede il rinvio a giudizio, per i fatti che causarono lo sversamento di idrocarburi; prima nel Lambro e in seguito nel fiume Po.
A questo proposito le amministrazioni comunali di Monticelli e Piacenza hanno deciso che si costituiranno parti civile nel procedimento giudiziario, per ottenere un risarcimento al disastro ambientale che interessò anche il territorio piacentino. Danni richiesti sia materiali che patrimoniali.
Nel 2010 l’”Onda nera” fu stimata in 2mila e 400 tonnellate di idrocarburi che finirono nelle acque dallo stabilimento della Lombarda Petroli in Brianza, inquinando decine di chilometri dei due corsi d’acqua per poi essere fermata dallo sbarramento di Isola Serafini.
Le richieste di rinvio a giudizio, firmate dai pubblici ministeri Donata Costa e Emma Gambardella, riguardano i titolari della ditta brianzola, i fratelli Giuseppe e Rinaldo Tagliabue e il direttore dello stabilimento, Vincenzo Castagnoli. I tre dovranno rispondere di disastro doloso. I Tagliabue hanno sostenuto, tramite i loro legali, la loro estraneità ai fatti.
Giorgio Crespi, invece, custode dello stabilimento, dovrà rispondere di omesso controllo.
Non solo, visto che sono coinvolti nel procedimento anche i responsabili della contabilità della “Lombarda Petroli”, Alfredo Pilotti e Maurizio Viganò i quali, secondo l’accusa, sarebbero responsabili di alcune irregolarità utili a nascondere il reale giro d’affari della società. Loro hanno chiesto il patteggiamento della pena per reati fiscali.