“Non sono abituato a farmi convocare alle riunioni attraverso dichiarazioni sul giornale”. E’ la dura presa di posizione del presidente della Provincia, Massimo Trespidi in risposta a quello che lui stesso ha definito come “un modo di procedere vergognoso. Ha svergognato Piacenza, con atteggiamenti prevaricatori e di arroganza ai quali rispondo con fermezza”.
La dura reazione del numero uno di via Garibaldi è naturalmente rivolto al presidente del Cal (Consiglio delle autonomie locali) Marcella Zappaterra, che in questi giorni, con le sue dichiarazioni, ha mandato su tutte le furie il presidente dell’ente piacentino.
“Non mi faccio prendere in giro dal presidente del Cal, per il ruolo istituzionale che ricopro” ha rincarato la dose Trespidi, che si è visto convocare alla riunione del Comitato per le autonomie, dove si discuterà del futuro delle provincie in Regione, solo per mezzo stampa.
“Per correggere il tiro, rispetto alle sue dichiarazioni, Zappaterra ha detto che ci avrebbe convocato, me e il presidente della Provincia di Parma” continua Trespidi, che precisa: “Lui è membro di diritto dell’ufficio di presidenza, quindi non ha bisogno di invito. Mentre io sono abituato a riceverli per via ufficiale, per il ruolo che ricopro e non dal giornale”.
Per questo il primo ottobre, data in cui si terrà la riunione del Cal a Bologna, il presidente della Provincia di Piacenza ha deciso che porterà la decisione adottata dal Consiglio provinciale di Piacenza (che sarà convocato in queste ore), cioè quella di indire un Referendum.
Saranno quindi i piacentini a decidere del proprio futuro, anche se, come ha affermato il presidente Trespidi ai nostri microfoni, “per l’atteggiamento vergognoso, che ha svergognato Piacenza con atteggiamenti prevaricatori e di arroganza, la Regione Emilia Romagna spinge Piacenza sempre più verso la Lombardia”.
Questo perché, ha chiosato “troppi schiaffi sono stati dati a Piacenza, dalla questione dell’accorpamento dei 118, ai rifiuti di Parma, passando per la sede di Atersir che il nostro territorio perderà, fino al deflusso minimo vitale del fiume Trebbia”.