La denuncia dei “grillini”: “A Piacenza si bruciano già rifiuti di Parma”

“A Piacenza già da tempo arrivano i rifiuti di Parma”. A denunciarlo sono stati i tre consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Mirta Quagliaroli, Andrea Gabbiani e Barbara Tarquini, durante una conferenza stampa che si è chiusa poco fa. “Sono state date alla cittadinanza informazioni fuorvianti da parte delle altre forze politiche in consiglio e dalla Provincia – hanno dichiarato i grillini – Sarebbe bastato consultare il documento d’indirizzo dove ci sono tutti gli ultimi dati di produzione e gestione rifiuti. Si legge che la provincia di Parma conferisce i rifiuti indifferenziati, previo trattamento meccanico, agli inceneritori di Piacenza e Reggio Emilia. Da momento che quest’ultimo ha spento, è lecito pensare che gran parte dei rifiuti di Parma arrivino già a Piacenza”.

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IL COMUNICATO DEI GRILLINI

POSIZIONE M5S SU DICHIARAZIONI SINDACO DOSI E ASSESSORE FREDA IN MERITO ALLA QUESTIONE INCENERITORE DI PARMA

 Ci siamo sentiti in dovere di convocare questa conferenza stampa dopo le recenti dichiarazioni da parte di tutte forze politiche piacentine. Occorre fare un po’ di chiarezza sul tema ‘rifiuti di Parma a Piacenza’. Innanzitutto dov’è la novità?

Siamo sconcertati nell’apprendere le risposte sia dell’assessore regionale all’ambiente Freda (IDV) sia del presidente della Provincia Trespidi e del sindaco Dosi rilasciate in questi giorni sul caso inceneritore di Parma. A sostenere la stessa tesi anche gruppi che fanno parte dell’opposizione nel nostro Consiglio quali Lega Nord (segretario provinciale) e PDL attraverso le dichiarazione del consigliere Foti.

Sarebbe bastato consultare il documento di indirizzo per il Piano Regionale Rifiuti che nella parte relativa al quadro conoscitivo evidenzia gli ultimi dati ufficiali disponibili di produzione e gestione dei rifiuti urbani, produzione e gestione dei rifiuti speciali e articolazione del sistema impiantistico regionale per leggere quanto segue: “la Provincia di Parma conferisce i rifiuti indifferenziati, previo trattamento meccanico, agli inceneritori di Piacenza e Reggio Emilia e in parte fuori regione” e scoprire dunque che già da qualche anno parte dei rifiuti indifferenziati della città ducale arrivano da noi. Questi dati risalgono all’anno 2010, nel frattempo a maggio 2012 Reggio Emilia ha deciso di spegnere il suo inceneritore, pertanto è lecito pensare che da allora i rifiuti indifferenziati di Parma siano stati indirizzati in gran parte a Piacenza.

Su questa ipotesi chiederemmo conferme o smentite alla società Iren, ma anche all’amministrazione competente -la Provincia di Piacenza- che non può non sapere quali flussi e quantità di rifiuti siano stati e vengano tutt’ora conferiti presso l’impianto di Tecnoborgo.

Alla luce di questo passaggio, le dichiarazioni rilasciate dai nostri politici suonano non solo sbagliate, ma anche ingannevoli nei confronti della cittadinanza di Piacenza.

Chiediamo che venga fatta chiarezza non solo su questo punto ma sui metodi di smaltimento rifiuti, sugli impianti che ricevono i rifiuti indifferenziati e sulla quantità, sull’entità del contributo ambientale che si percepisce, sulla correttezza delle procedure e sulla reale qualità e quantità dei rifiuti che entrano nell’inceneritore.

Vogliamo inoltre precisare che per funzionare al meglio un impianto come quello di Borgoforte deve avere rifiuti costanti e raggiungere sempre la massima capacità e temperatura per non alterare i fumi altamente nocivi prodotti dall’impianto, che in caso di ridotto funzionamento e calore aumentano la presenza di sostanze cancerogene. Questo significa che anche nel caso in cui i rifiuti della provincia di Parma non arrivassero nel nostro territorio, i gestori dell’inceneritore sarebbero costretti ad importare quantità di indifferenziato da altre località sia per far funzionare l’impianto al meglio che per garantire le entrate economiche previste dal piano finanziario.

Riteniamo che il ruolo delicato della corretta informazione su temi che riguardano la salute dei cittadini spetti certamente agli organi amministrativi degli Enti Locali piacentini, ma anche alla stessa stampa quando riceve rettifiche, integrazioni e documentazione ufficiale che attestano una differente realtà dei fatti. Dagli articoli apparsi su alcune testate locali infatti ci è dispiaciuto appurare il messaggio fuorviante arrivato alla cittadinanza, lasciando intendere che tutto fosse ancora da decidere. Se questo è vero per il futuro perché l’inceneritore di Parma rappresenta ancora un punto interrogativo nel panorama regionale dello smaltimento rifiuti, è però vero che allo stato attuale e da qualche anno abbiamo verificato che Piacenza ha già avuto la sua voce in capitolo, accettando in questi anni di bruciare la gran parte dei rifiuti indifferenziati della vicina provincia di Parma. Dalle dichiarazioni dei diversi esponenti politici messe in risalto dai media locali ci è sembrato che il cittadino fosse indotto a pensare che finora a Piacenza nessun rifiuto proveniente da Parma sia mai stato conferito. E questo è inesatto.

Approfittiamo di questa occasione per ricordare che il nostro gruppo ha deciso di diffondere la propria attività politica prevalentemente attraverso comunicati stampa per far conoscere alla cittadinanza il nostro lavoro consiliare così da poter essere maggiormente chiari nelle spiegazioni. Questa decisione è stata presa sicuramente in modo tutelante o difensivo da parte nostra, esclusivamente per la nostra poca esperienza a livello mediatico e non certo per mancanza di rispetto nei confronti di chi – come voi – svolge il proprio lavoro con serietà.

 

“Si faccia chiarezza sull’inceneritore di Tecnoborgo”. Così il consigliere del Pdl Filiberto Putzu interviene dopo la conferenza stampa del Movimento 5 Stelle in cui i consiglieri comunali di Piacenza hanno sostenuto l’idea che già dal 2010 Piacenza starebbe bruciando i rifiuti di Parma, rendendo vano il dibattito sorto in questi giorni. Putzu ricorda come negli anni sia progressivamente stata aumentata la potenza dell’inceneritore giustificando la decisione con a necessità di bruciare rifiuti industriali. Solo nel 2010 la richiesta di un nuovo aumento fu respinta dopodiché, spiega  Putzu, l’argomento termovalorizzatore fu dimenticato.

IL COMUNICATO DI FILIBERTO PUTZU (PDL)

La conferenza stampa con cui i consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno manifestato dubbi sul fatto che il nostro termovalorizzatore (inceneritore per i piu’) bruci rifiuti di altri territori merita grande attenzione.

I consiglieri Quagliaroli,Tarquini e Gabbiani sostengono che questo avverrebbe dal 2010. 

E conseguentemente contestano le dichiarazioni “tranquillizzanti” recentissimamente rilasciate dall’assessore regionale Sabrina Freda, dal presidente della Provincia Massimo Trespidi e dello stesso Sindaco di Piacenza Paolo Dosi. Dichiarazioni inerenti la possibilità che al nostro impianto possano afferire rifiuti di altre città emiliane.

Nel settembre 2010 Tecnoborgo ed Iren chiesero alla Provincia di Piacenza (Amministrazione Trespidi) di aumentare la potenza dell’impianto da 120.000 a 135.000 tonnellate. Giova ricordare che il coro di “no” fu pressoché unanime e che la richiesta di aumento non venne accettata.

Tecnoborgo ed Iren sostenevano che l’ampliamento sarebbe servito a “bruciare” rifiuti speciali prodotti dalle aziende, rifiuti simili ma non assimilabili a quelli urbani.

L’allora sindaco di Piacenza Reggi dichiarò alla stampa :“Se l’autosufficienza è un traguardo ampiamente raggiunto per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani, non è così per quanto riguarda quelli assimilabili, prodotti in particolare dalle aziende. E in relazione alle voci circolate sulla possibilità di importare rifiuti da territori limitrofi come Parma, voglio precisare come non sia da considerare l’ipotesi che all’impianto gestito da Tecnoborgo possano essere conferiti materiali di provenienza esterna alla nostra provincia».

Il termovalorizzatore fu autorizzato ad aumentare la propria portata da 105.000 a 120.000 tonnellate nel 2005 (Amministrazione Provinciale Presidenza Boiardi).  Nel novembre 2007 un ulteriore aumento venne richiesto ma non accettato. Infine nel gennaio 2008 il Termovalorizzatore tornò agli onori della cronaca per il sospetto che rifiuti non piacentini fossero stati introitati e smaltiti da Enia e Tecnoborgo nel 2006.Sull’operazione denunciata da Legambiente furono poi svolti controlli da parte di Arpa.

Effettivamente dopo la richiesta del settembre 2010 di aumentare la portata dell’impianto, l’argomento termovalorizzatore è di fatto scomparso dalle cronache cittadine .

Normalità ? Coincidenza ? Caso ?

Nel frattempo a Piacenza sembra essere aumentata e di molto la raccolta differenziata, con prevedibile  conseguente “minor combustibile” per il nostro termovalorizzatore.

Non si sono inoltre piu’ divulgati dati certi per quanto riguarda le emissioni nocive (specie in riferimento all’ossido di azoto).  Ed ancora nulla piu’ è stato detto sull’avanzamento delle procedure obbligatorie per legge e richieste a Tecnoborgo nel 2007,  allo scopo di abbattere le emissioni degli inquinanti.

Ultime notizie del novembre 2010 (appunto) con i dati (parziali) del Progetto Moniter che evidenziava il rischio di parti prematuri in donne che vivono vicino agli inceneritori. Si dichiarò allora che i dati riguardanti l’ eventuale aumento di mortalità e incidenza di tumori non erano ancora disponibili.

Fare con chiarezza  il punto della situazione su tutti questi temi risulta ora importante.

 

Filiberto Putzu

Consigliere Comunale del Comune di Piacenza

Piacenza, 15 settembre 2012