Le chiamano imprese “top performer”: sono società di capitali con fatturato superiore a cinque milioni di euro e rating da A1 a A4 e anche in Emilia-Romagna (e a Bologna) non mancano. Crif, l’azienda bolognese che vanta il ‘patentino’ europeo di Agenzia di rating, ne ha contate oltre 24.000 in Italia, di cui circa 2.500 con anche un fatturato superiore ai 50 milioni di euro (ovvero una dimensione che viene giudicata tale da “avere elevati livelli di innovazione tecnologica, di prodotti e di mercati”). L’Emilia-Romagna è al terzo posto nel raffronto con le altre regioni, alle spalle di Lombardia e Veneto con 2.863 imprese top performer (l’11,9% del totale nazionale) e un rapporto tra il loro numero e la percentuale di imprese attive sul territorio pari a 1,48 (1,57 quello del nord-est). In provincia di Bologna, in particolare, sono 734 le imprese ad essere state classificate come eccellenti, il 3,05% sul totale nazionale (rapporto di 1,57); di queste 82 hanno anche un fatturato superiore ai 50 milioni.
Tra le altre province emiliano-romagnole, Ferrara vanta 106 imprese top performer (coefficiente pari a 1), Forlì-Cesena 229 (1,53), Modena 511 (1,38), Piacenza 152 (1,40), Parma 355 (1,64), Ravenna 211 (1,49), Reggio Emilia 430 (1,88, record assoluto in regione), Rimini 135 (0,93).
LAVORO TRA I GIOVANI A PIACENZA – “In Italia- rimarca Granelli- coesistono pericolosamente tre condizioni negative: meno giovani che studiano, meno giovani che cercano lavoro, più giovani inattivi che non studiano. In Italia sei giovani su 10 non si offrono sul mercato del lavoro, in Germania sei giovani su 10 lavorano. Gli abbandoni scolastici in Italia nella classe di età 15-24 sono al 18,6% contro il 15,6% della media Eurozona, il 12,9% della Francia e l’11,8% della Germania”. Dunque, le criticità del mercato del lavoro giovanile in Italia “si intrecciano con un sistema di istruzione che presenta scarsa efficacia e altrettanto scarsa interazione con il mercato del lavoro”, rileva Confartigianato in una nota.
In Emilia-Romagna l’Istat registra nel 2011 che la provincia con il maggiore tasso di disoccupazione nella classe di età 15-29 anni è Forlì-Cesena con il 9,5%, seguita da Ravenna con l’8,9%. Parma invece segna il posizionamento migliore con un tasso di disoccupazione giovanile del 4,5% seguita da Reggio Emilia con il 5,6% e Piacenza con il 6,1%. Bologna ha un piazzamento intermedio al 6,3% ma ha un tasso di attività tra i più bassi della Regione.