Gemelline di tre mesi costrette a vivere in un’auto, l’una addosso all’altra in un passeggino singolo. Una situazione famigliare di estrema drammaticità scoperta nei giorni scorsi dagli uomini della sezione Minori della questura che, insieme con il servizio tutela minori dei servizi sociali del Comune di Piacenza, sono riusciti l’altro giorno in pochissime ore a trovare una soluzione lampo all’emergenza. Mamma e gemelline, che nonostante tutto godevano di buona salute, sono state collocate in una struttura protetta.
Questa mattina nella conferenza stampa in questura, oltre al dirigente della Squadra Mobile Stefano Vernelli e ai poliziotti dell’Ufficio minori con l’ispettore capo Fausto Gaudenzi, c’erano anche l’assessore al nuovo Welfare del Comune Giovanna Palladini e il dirigente del servizio Tutela minori Mariangela Tiramani.
Un caso di marginalità assai grave quello rivelato oggi: protagonista una coppia di trentenni originaria di Crotone, in Calabria, che ormai da anni aveva imparato a vivere alla bell’e meglio in giro per l’Italia, senza una dimora fissa e senza un’occupazione, sfamandosi alle mense della Caritas e vivendo in auto (una Station Wagon Fiat) o in alloggi di fortuna. Nel maggio scorso la donna aveva dato alla luce le due gemelline e da circa dodici giorni tutti e quattro erano capitati a Piacenza. Una volta ricevuta la segnalazione di due neonate costrette a vivere nell’abitacolo di una vettura, la polizia ha subito avviato le ricerche, naturalmente sempre a stretto contatto con i servizi sociali. E grazie anche alla fattiva collaborazione dei volontari della Ronda della Carità dopo poco tempo la famiglia è stata rintracciata all’interno della mensa dei frati Cappuccini sullo Stradone Farnese e seguita per qualche ora. Quindi mamma e figlie sono state prese in carico dai servizi sociali, cui non hanno mancato di rivolgere il loro ringraziamento, e collocate in una struttura protetta. Dai servizi sociali è stato ascoltato anche il giovane padre che ha promesso di trovare un lavoro quanto prima. Sulla vicenda la Procura dei minori di Bologna ha aperto un’inchiesta così come la stessa questura di Piacenza sta cercando di approfondire il difficile contesto famigliare del nucleo in questione.
IL QUINTO COLLOCAMENTO IN UNA SETTIMANA
Si tratta del quinto collocamento nel giro di una settimana. Un dato che pare confermare due andamenti: il buon funzionamento della “rete” questura ufficio Minori-Servizi sociali del Comune, ma anche l’aumento di situazioni di disagio intrafamigliari. L’assessore Palladini ha ringraziato la questura per “il costante appoggio dato ai Servizi sociali anche in fase di gestione delle situazioni di emergenza”. Situazioni di disagio che, ha confermato l’assessore, “sono purtroppo in aumento. Ecco perché avere una rete di “protezione” che funziona aiuta non poco in un periodo di crisi di risorse economiche come questa”. Dalla Palladini è partito anche un appello alle istituzioni del territorio di Piacenza e provincia: “Purtroppo sul nostro territorio manca una struttura che accolga madri e figli in difficoltà, e sarebbe bello se questo progetto potesse unire varie realtà, perché siamo davvero di fronte a un’emergenza”. Tiramani si è invece soffermata sulla natura degli ultimi interventi di collocamento: “Sono derivati da violenze intrafamigliari, da maltrattamenti su bambini magari per abuso di mezzi di correzione, da gravi stati di abbandono e di incuria. Ci fanno pensare che l’intervento sui bambini sta cambiando volto e che forse i servizi devono tornare a fare i conti con situazioni di una gravità cui negli ultimi tempi non eravamo più abituati”.