A causa del maltempo la proiezione del film di questa sera si terrà al cinema Omi di Pontenure sempre alle 21
«Diciotto, i gabbiani… Venti, il mare…». Un elenco dei sentimenti come una parentesi nel tempo – o forse del tempo – nell’anelito di ingannare un’attesa d’amore. La casa dei trenta rumori, o La casa di li trenta scrusci, del piacentino Diego Monfredini ha incantato il pubblico di Concorto, che ieri lo hanno scelto come miglior film della serata.
Ambientato in Sardegna con attori «presi pasolinianamente dalla strada» il film si snoda su un dialogo che è emblema dell’incomunicabilità. «Mi affascinava – ha raccontato il giovane autore – fermare un attimo e consegnarlo all’eternità. Un attimo che nel momento in cui lo vivi è già ricordo e per questo è eterno in quanto privo di una vera collocazione temporale». Contribuisce alla sensazione di sospensione temporale e spaziale la scelta degli attori, tutti non professionisti, che Diego ha voluto fossero madre e figlia e padre e figlio. «Questo rende il film ancora più intriso di familiarità: mi serviva una coppia di innamorati e la sua proiezione futura. La scelta è ricaduta su genitori e figli». Scelta in linea con la circolarità da cui il film prende linfa.
Un film intenso tra paesaggi mozzafiato, dialoghi che si sovrappongono e si spezzano e una colonna sonora che accompagna l’azione contribuendo a creare quello stato di attesa «di un eterno ritorno» ha sottolineato Monfredini. «Non potrei mai immaginarmi questo film senza la musica e la voce di Corrado Confalonieri (presente alla serata)».
La musica sottolinea la struttura a spirale del film con il presente il passato e il futuro che si mescolano in un tempo che è ora.
Lavoro completamente diverso quello appena concluso da Monfredini dedicato «alla malattia terminale. Abbiamo appena finito le riprese del cortometraggio con Nicole Pellizzari e Michele Aceto. E’ un film diametralmente lontano da quello presentato a Concorto che si concentra sullo stato dei malati terminali».
Prima di lasciare il palco il regista piacentino, rivolgendosi ai rappresentati del Museo della Resistenza di Morfasso, ha espresso un desiderio: «Nel cassetto ho un vecchio progetto sui partigiani, il mio sogno sarebbe di portelo realizzare».
Primo posto, dunque, per Diego Monfredini. Sul podio del pubblico anche L’equip petit di Roger Gõmez e Dani Resines – storia della Margatagna Fc, una sfortunata, ma simpatica, squadra di calcio spagnola che non ha mai fatto gol, «una volta Ruth ne ha fatto uno, ma era in fuorigioco». Terzo classificato The centrifuge brain project del tedesco Till Nowak per la sezione Esplora dedicato agli studi che dal 1970 gli scienziati stanno conducendo in un parco dei divertimenti per studiare gli effetti dei giochi sul cervello umano.
Ospite della serata di ieri di Concorto, la quinta, anche il regista inglese Dan Geesin autore di Olifantenvoeten. Premiato con Gouden Kalf del miglior cortometraggio di fiction 2011 Paesi Bassi, il corto di Geesin racconta la prima sera di un guardiano di notte in una stazione di servizio. Un personaggio ingenuo e tragicomico che vuole comportarsi bene ma non sa troppo come cominciare. Le sue buone intenzioni – e il suo senso di responsabilità – si scontrano con la legge della cassa e per aver aiutato un senzatetto che rischiava la vita viene ripreso dal suo superiore. «Non devi mai lasciare incustodita la cassa».
La serata, come di consueto, ha avuto due momenti “fuorigara” con la presentazione di tre lavori realizzati dai ragazzi del workshop Microlab Nuovi ritratti cinematografici e la proiezione di due filmati del Museo della Resistenza Piacenza di Sperongia di Morfasso.
«Lavorare che i giovani per noi è irrinunciabile – ha sottolineato Claudia Praolini salita sul palco con una piccola rappresentanza dei ragazzi che hanno partecipato al corso e Francesco Barbieri, uno dei docenti – In un momento in cui il mondo scolastico si sta allontanando da questo tipo di formazione che completa il curriculum dei nostri ragazzi, l’Associazione Concorto vuole essere e sarà un presidio. La cultura cinematografica non può perdersi e se la scuola la sta abbandonando noi lavoreremo per accrescerla nei ragazzi».
Claudia Praolini ha, quindi, voluto ringraziare Omar Cristalli, Francesco Barbieri, Ettore Sola e Stefano Cattini «per il lavoro che hanno fatto e che continuano a fare con i ragazzi delle scuole superiori del territorio». (E’ in corso un workshop che verrà presentato sabato 1 settembre alla serata finale del festival, ndr)
Microlab ha coinvolto una ventina di ragazzi: Lisa Pezzi, Sara Rinaldi, Silvia Montuori, Francesca Ferrari, Simona Emanuelli, Laura Eccher, Francesca Mazzupappa, Benedetta Novara, Laura Alessio, Martina Piccoli, Monica Bassanetti, Maya Molinari, Gaetano Barbieri, Francesco accoppi, Rodica Oprea, Daniela Lambri, Marzia Zambianchi, Giorgia Perdetti, Arianna Badini, Martina Sesenna, Alice Tansini, Rebecca Vaccari e Andrea Merli.
Momento di intensa commozione quello dedicato alla Piacenza della guerra portato sullo schermo dal Museo della Resistenza Piacentina. Franco Sprega e Alessandro Pigazzini hanno presentato due filmati: un documento originale dell’arrivo dei soldati americani ad Alseno realizzato da Carlo Gorra e un documentario dedicato all’altra metà del cielo della Resistenza, le donne.
Per motivi di tempo Le nid di Tornike Oziava verrà proiettato questa sera.