“Non tutto ciò che tecnicamente è possibile, è automaticamente lecito”. Lapidaria la dichiarazione di monsignor Gianni Ambrosio vescovo di Piacenza in merito alla bocciatura della legge 40 da parte della Corte di Strasburgo. La sentenza in primo grado ha stabilito che lo Stato italiano dovrà risarcire Rosetta Costa e Walter Pavan per i danni morali e le spese legali sostenute dopo che, proprio in base alla legge 40, è stato loro negato di ricorrere alla diagnosi preimpianto per assicurarsi di non avere un figlio affetto da fibrosi cistica.
Dopo le dichiarazioni del cardinale Angelo Bagnasco che ha parlato di “scavalcamento della magistratura italiana”, anche il prelato piacentino si schiera contro la decisione europea che ha in questo modo “annullato il principio di sussidiarietà tra gli stati”. “Dovremo abolire tutti i tribunali italiani – ha ironizzato monsignor Ambrosio esortando al recupero di “una visione più umanistica della procreazione”.
“La legge 40 cerca di tenere insieme umanità e scienza – ha concluso – Il rischio è che venga meno il principio etico della religione cristiana, con il dominio della tecnica sull’uomo”.