L’altra faccia delle regole. Potrebbe essere sottotitolato così Einspruch VI, il cortometraggio dell’autore svizzero Rolando Colla che ieri sera ha vinto il premio del pubblico di Concorto 2012, kermesse cinematografica tutt’ora in corso a Pontenure.
Ultimo di un ciclo di corti che Colla ha dedicato a temi civili quasi totalmente sconosciuti al pubblico perché “soffocati” dal Governo e ignorati dagli organi di informazione, Einspruch VI è un film girato completamente in soggettiva in cui vengono ripercorsi gli ultimi giorni di vita di un rifugiato nigeriano costretto al rimpatrio forzato.
A presentare l’opera a Pontenure il produttore Elena Pedrazzoli che con Colla tiene le redini del Peacock film, casa di produzione svizzera attiva dal 1984 che tra i suoi prossimi impegni ha una coproduzione con Amedeo Pagani.
«Nel 1999 – ha raccontato Elena Pedrazzoli – Roberto è rimasto colpito da una notizia relegata in un trafiletto del giornale. L’articolo riportava la cronaca della morte di rifugiato che non essendo riuscito ad ottenere asilo in Svizzera si era dato fuoco alla stazione di Zurigo. Da quel fatto Roberto Colla ha tratto una sceneggiatura che poi si è trasformata in un ciclo di cortometraggi dedicati a temi civili che i più ignorano o fanno finta di non vedere».
«La morte della dignità di una persona in un paese democratico». Così Elena Pedrazzoli ha sintetizzato la trama del film che in 15 minuti apre gli occhi su una realtà «voluta dagli stessi cittadini svizzeri che, chiamati alle urne per decidere se inasprire le regole per la concessione degli asili politici, hanno votato sì», ma che per lo più è una realtà sommersa. «Le conseguenze umane della burocrazia i cittadini non le conoscono veramente». Un’opera dura, ma doverosa. Che ha lasciato il pubblico di Villa Raggio sgomento.
Temi sociali, ma non solo alla terza serata del festival che ha confermato il successo di partecipazione delle serate precedenti. Ospite a Villa Raggio, oltre al vicepresidente della Provincia Maurizio Parma, anche la delegazione di Unica Korea, organizzazione internazionale che fa capo all’Unesco, impegnata a promuovere il cinema.
Per l’occasione era presente anche Yoo Yuong Uee, monaca buddista autrice di The last words of Socrates (proiettato ieri sera) e Emptiness in form, form is emptiness che vede nel cinema «il mezzo più efficace per diffondere il messaggio dell’essenza della vita» .
«Un giorno un mio discepolo mi ha chiesto cosa volessero dire le parole di Socrate: O Critone, noi siamo debitori di un gallo ad Asclepio: dateglielo e non dimenticatevene».
Da questa domanda è nata la ricerca della regista che studiando le parole del filosofo ha aperto la via a una riflessione sulla vita, la morte e la dimensione eterna dell’anima. «Libera da catene fisiche la mente può spiccare il volo verso un livello superiore. Di qui il ringraziamento di Socrate a Asclepio».
In scaletta per la terza serata erano anche The last day of summer di Piotr Stasik per la sezione Doczone – Documentari; Vesla di Zdenko Basi e Manuel Sumberac per la sezione Cortografia – animazione e cartoni; Les morceaux d’amour di Géraldine Alibeu, sezione Cortissimo e A quoi tu joues di Jean Guillaume Sonnier, per la sezione World Stories.
Il focus Corea ha ospitato anche l’opera di Lee Ji-won Pereum Samak.
Il pubblico ha assegnato il secondo e il terzo premio all’opera di Zdenko Basi e Manuel Sumberac, Vesla e a A quoi tu joues di Jean Guillaume Sonnier.