“Vogliono licenziarmi e non capisco perché”, la drammatica vicenda di Sandro

“L’azienda in cui lavoro vuole licenziarmi senza motivo”. Il grido d’allarme giunge da Sandro Pietralunga, operario di Cortemaggiore, che da alcuni giorni starebbe ricevendo chiari segnali in merito dalla ditta in cui è dipendente. All’origine alcune assenze, a detta della ditta, ingiustificate che avrebbero convinto la dirigenza ad inviare tre lettere di richiamo ufficiale. Segnali che hanno spinto alla mobilitazione anche il sindacato Fiom guidato da Bruno Malvezzi: “Io mi limito a prendere in esame il caso – ha spiegato Malvezzi – e dai primi controlli risulterebbe la mancanza di qualsiasi documentazione ufficiale in merito a questi permessi chiesti dal dipendente. Da ciò consegue che se Pietralunga aveva effettivamente chiesto questi permessi e gli erano stati accordati, l’azienda non può rimangiarsi la parola”.

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“In un’occasione io ho chiesto un permesso di mezz’ora – spiega Pietralunga – che si è effettivamente prolungato di pochi minuti, ma non così tanto da giustificare un richiamo ufficiale. Negli altri casi invece ho richiesto i dovuti permessi e rispettato le tempistiche indicate”.

Ora Pietralunga e Malvezzi prenderanno in considerazione l’ipotesi di muoversi per vie legali. “Se il lavoratore ritiene di essere stato danneggiato – conferma il sindacalista – la strada potrebbe essere quella”.

Al quadro della situazione si aggiunge un particolare. Pietralunga fu l’unico adulto a partecipare al corteo organizzato a Cortemaggiore venerdì 3 agosto per protestare contro il parroco del paese don Luigi Ghidoni, accusato di mantenere una condotta troppo severa nei confronti dell’abbigliamento tenuto dalle ragazze che frequentano l’oratorio. Iniziativa ideata proprio dalle giovani parrocchiane per chiedere maggiori libertà nel vestirsi e che ebbe ampio risalto a livello nazionale. “Le lettere di richiamo mi sono state consegnate l’1, il 2 e l’8 agosto, i giorni immediatamente circostanti la manifestazione” spiega Pietralunga. “Io non voglio e non posso avanzare ipotesi in merito, dico solo che se la mia partecipazione al corteo ha offeso qualcuno, come già feci in passato torno ancora a chiedere un dialogo, in primis con lo stesso don Ghidoni per appianare ogni divergenza”.

Pietralunga tiene a precisare di non credere che i suoi problemi lavorativi possano avere a che fare con la manifestazione però, in ogni caso, si dichiara disponibile a qualsiasi confronto: “Avevo un contratto a tempo determinato trasformato poi in indeterminato proprio perché l’azienda era contenta di come lavoravo. No ho commesso irregolarità tanto gravi da giustificare un simile cambio di idea” conclude.