Undici candeline spente con un sol fiato. E’ partita ieri sera l’edizione 2012 del Festival Concorto. Una partenza sotto il segno del successo che ha catalizzato su Villa Raggio di Pontenure l’attenzione di cinematori, addetti ai lavori e tanti appassionati del genere.
La prima serata del festival ha registrato il tutto esaurito. Sul grande schermo, allestito per l’occasione tra gli alberi secolari del parco, sono stati proiettati sette dei film in gara (Keha mälu di Ülo Pikkov per la sezione Cortografia, Los aviones que se caen di Mario Piredda per la sezione Storie, Try on di Aleksandrs Rusevics per la sezione World Stories Dimanches di Valery Rosier per la sezione Esplora, Amanar Tamasheq di Lluis Escartin per la sezione Doczone, Curfew di Shawn Christensen e Tuba Atlantic di Hallvar Witzø entrambi per la sezione World Stories).
Come accadrà ogni sera il pubblico ha votato il miglior film della serata. Il primo premio è stato assegnato al corto di Shawn Christensen, Curfew, la storia di Richie che a un passo dal suicidio viene salvato dalla sorella che gli chiede di occuparsi della nipote di nove anni Sophie. Al secondo posto si è piazzato Try on di Aleksandrs Rusevics e terzo classificato Tuba Atlantic.
Come ogni anno Concorto dedica una sezione retrospettiva non competitiva alla cinematografia di un Paese o regione: una finestra su realtà sociali, culturali e artistiche poco note in Italia. Dopo lo spazio dedicato al cinema polacco (2009), a quello israeliano (2010) e a quello del Quèbec (2011), quest’anno la scelta è caduta sulla Corea. Ieri sera è stato presentato al pubblico il film di Ga eun Yoon, Guest. Il film è incentrato sull’irruzione della sedicenne Jagyung in casa dell’amante del padre. La ragazza invece della donna trova i suoi due bambini che scopre essere i suoi fratelli.
Per l’occasione, in attesa dell’incontro con la delegazione di Unica Korea di martedì (ore 18), era presente Ho Seor Shin in rappresentanza dell’Ambasciata della Repubblica di Corea a Roma. Presentato da Alessandro Zucconi e Paolo Marino, anime del Focus Corea, Shin ha ringraziato gli organizzatori del Festival e il sindaco di Pontenure Angela Fagnoni per l’ospitalità ricevuta.
Ad assistere alla serata, presentata dal direttore dei progetti Gianluca Sgambuzzi anche Aldo Quario, autore del racconto da cui é tratta la sceneggiatura del workshop Audiovisiva, ed Enrico Vannucci direttore artistico dell’Ozu Film Festival.
Vannucci e Claudia Praolini sono reduci da un incontro con l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti a cui hanno presentato un progetto ambizioso per «accendere i riflettori sul mondo del cortometraggio che in Italia, rispetto ad altre nazioni – ha sottolineato Vannucci – è ancora poco sviluppato e sostenuto».
Il progetto, che nasce come estensione del Premio Regione Emilia Romagna (nato 19 anni fa dalla collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione, la Film Commission regionale, le Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini) mira a tenere a battesimo nel 2013 un’associazione che raccolga sotto un solo simbolo e un unico programma i festival dedicati ai cortometraggi di tutta la regione. «Fatto salvo il rispetto dell’identità di ogni festival – ha precisato Vannucci – l’associazione punta a un coordinamento organico dei calendari dei festival per evitare sovrapposizione e alla promozione del territorio e della sua cultura cinematografica anche all’estero. Portando il nome dell’Emilia Romagna, regione tra le più avanzate nel campo della produzione di cortometraggi, al di fuori dei confini italici».
Fuori concorso è stato proiettato anche il film di Francesco Barbieri, Federico Maccagni e Francesco Fanelli 15.000 km in 7 minuti. Tre amici che a bordo di una Polo hanno percorso 15mila chilometri da Piacenza a UlaanBataar attraversando cinque deserti e 14 stati. Il loro viaggio è stato raccontato in 7 minuti attraverso l’occhio di una microcamera sul tetto della macchina. Un piccolo cortometraggio che fa attraversare gli spettatori mezzo mondo in 7 minuti, diventando una riflessione sul tempo e sul passaggio dei giorni ricordando in questo modo l’impermanenza delle cose.