I presidi che non vogliono andare in pensione: ricorso al giudice del lavoro

Proprio non vogliono saperne di andare in pensione due presidi piacentini che ormai due anni dopo la scadenza dei termini per la cessazione del servizio hanno appena fatto ricorso al giudice del lavoro chiedendo di poter rimanere al loro posto ancora per quest’anno scolastico.

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Il ricorso è stato presentato contro la decisione del ministero che ha da poco respinto la richiesta di proroga del pensionamento avanzata dai due dirigenti scolastici piacentini, unici ad aver fatto questo tipo di richiesta sui 155 presidi italiani che hanno raggiunto l’età del riposo. Una decisione, quella del ministero, motivata dal fatto che si tratterebbe della seconda proroga, visto che i due ricorrenti hanno già beneficiato della prima lo scorso anno.

Tuttavia secondo gli avvocati Alessandra Salvadè e Gianmarco Lupi che assistono i presidi che non vogliono andare in pensione esiste un decreto legge che consentirebbe loro di poter usufruire di due proroghe. Ora la palla passa al giudice Giovanni Picciau che già nei primi giorni della prossima settimana dovrebbe comunicare la sua decisione.

Una decisione che se dovesse accogliere le richieste dei presidi aprirebbe un nuovo fronte di problemi, visto che agli istituti scolastici dove fino a giugno hanno prestato servizio i ricorrenti sono già stati assegnati i nuovi dirigenti scolastici. Va da sè che in una scuola non possano esserci due presidi e quindi il dilemma non sarebbe da poco. Pare che in caso di accoglimento del ricorso si stia prospettando la possibilità che i presidi reintegrati in servizio debbano essere assegnati ad altri istituti, ma la cosa – come è ovvio – risulterebbe alquanto indigesta ai presidi stessi. Caso tutt'altro che chiuso, dunque.