La secca del Po inizia a preoccupare seriamente anche a Piacenza. Dall’argine di Cremona la vista spazia in direzione di Piacenza e in direzione opposta a valle, il paesaggio è contrassegnato da spiaggioni che affiorano, basamenti dei ponti messi a nudo, detriti che rendono ancor più difficoltoso il fluire delle acque verso il mare. Oggi alle 13 la stazione di Piacenza dell’Aipo (l’agenzia che controlla l’andamento del Po) registrava un livello di -40 centimetri rispetto allo zero idrometrico. Un valore certamente molto basso, ma che per ora appare ancora lontano da quel -70 che si registrò durante la magra del 2006. L’ingegner Valente dell’Aipo ha spiegato che la siccità c’è, ma che il livello non desta ancora allarme. A preoccupare sono tuttavia le temperature previste nei prossimi giorni.
Le conseguenze della perdurante «magra» sono però già tangibili, al punto che la Coldiretti nazionale prevede che il 20 – 30% della produzione di alcune colture andrà perduto e che se non pioverà abbondantemente entro due settimane la situazione sarà ulteriormente compromessa. Luigi Bisi, presidente di Coldiretti Piacenza, ha spiegato che le zone maggiormente in difficoltà sono la Valtrebbia e la Valnure. Oltre che la siccità, è stata la grandine a martoriare i raccolti a inizio estate. Gli agricoltori stanno facendo una stima dei danni per poi rivolgersi alle compagnie assicurative.