“I fiumi sono come le arterie del corpo umano, se non mantieni puro il sangue che vi scorre il fisico si ammala”. Con queste premesse il dott. Carlo Mistraletti ha compiuto questa mattina una delle sue tradizionali traversate del fiume Po a nuoto. Un gesto semplice ma votato a sensibilizzare la popolazione sulle condizioni critiche in cui versa il più importante corso d’acqua d’Italia. “Esattamente come le arterie inquinate possono compromettere il corpo, così i fiumi compromettono la terra, non a caso – spiega Mistraletti – si parla di impatto idrogeologico. Il mio sogno è vedere tutti i fiumi della Val Padana depurati, sarebbe una radicale trasformazione geologica, politica, sociale e anche turistica: oggi infatti i piacentini si recano in piscina, ed è triste quando abbiamo un fiume di questo tipo”.
Senza dubbio attraversare il Po a nuoto rappresenta un gesto ardito, considerate le condizioni in cui si trova il fiume. Dove si trova il coraggio di farlo?
“Tre parole stanno alla base di questo atto – commenta Mistraletti – eroismo, martirio e follia. Eroismo inteso come gesto nobile. Martirio nel senso etimologico del termine che deriva dal greco antico e significa ‘testimone’: una testimonianza della fine che hanno fatto queste acque affinché si provveda a correggere i nostri errori. In ultimo follia perché un pizzico di follia ci vuole sempre ma si tratta di follia lucida!”.
Mistraletti annuncia poi che insieme al geologo, Prof. Giuseppe Marchetti, organizzerà uno studio sulla conservazione e sull’utilizzo delle acque: “Marchetti ha dato in passato un importantissimo contributo al Lago Maggiore e al Ticino, speriamo possa darlo anche ai nostri fiumi”.
Per l’occasione hanno partecipato alla traversata anche tre ragazzi ecuadoriani giunti a Piacenza per celebrare la Virgen del Cisne convinti dalla giusta causa. Inoltre erano presenti due battellieri della Nino Bixio e della Vittorino da Feltre, Carlo Losi e Giovanni Beretta, a garantire la sicurezza dei natanti.