Tragedia aerea della Besurica, l’abbraccio ai parenti delle vittime

Una cerimonia che non smette di emozionare i piacentini anno dopo anno. E questo è il sesto da quel 13 agosto 2006 in cui un boato squassante nel tardo pomeriggio aveva frantumato i vetri di quasi tutti i palazzi della Besurica terrorizzando decine di migliaia di piacentini dalla città a Gossolengo. Un aereo cargo C130 della compagnia Air Algerie si era schiantato in un campo di Cà degli Ossi sfiorando i tetti delle case. Una tragedia che poteva essere di proporzioni immense ma che invece era stata evitata dall’estremo gesto eroico dell’equipaggio composto da tre algerini, tutti morti. A Piacenza, come ogni anno, sono arrivati per prendere parte alla cerimonia di via Marzioli il figlio e la madre di una delle tre vittime, il copilota Mohamed Taieb Bederina, accolti con sincera emozione da parte dell’assessore comunale Giovanna Palladini, che ha subito ricordato anche il comandante Abdou Mohamed, caduto in servizio dopo 21 anni di carriera, il tecnico di bordo Mustafa Kadid e, per l’appunto, il copilota Mohamed Taieb Bederina, che dopo 35 anni di lavoro sarebbe andato in pensione di lì a poco.

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“L’abbraccio dei piacentini va prima di tutto alle famiglie delle vittime – ha detto l’assessore di fronte a una piccola folla di autorità e di cittadini – La stele commemorativa del sacrificio dei tre membri dell’equipaggio del C130, attorno alla quale oggi ci stringiamo, è l’emblema del legame affettivo e ideale che Piacenza nutre, oggi come sempre, verso di loro e per i loro familiari. Ripercorrendo gli eventi di quella sera, tuttavia, è doveroso anche ricordare con gratitudine la dedizione e l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, della Protezione civile e dei volontari del soccorso, che in una situazione di grave emergenza hanno lavorato senza tregua per dare aiuto, limitare i disagi e garantire la sicurezza dei cittadini”.

E ha concluso, commossa: “Il luogo che ci vede qui riuniti oggi è stato teatro di un evento drammatico e doloroso. Il ricordo e la sofferenza, nei cuori dei piacentini, rimarrà incancellabile. Ma l’auspicio è che questo luogo possa rappresentare per tutti, per i nostri amici algerini e per la nostra comunità, non solo il punto in cui si è verificata una tragedia incommensurabile, ma anche la fonte inesauribile della memoria, della speranza e della solidarietà civile, valori che la nostra città esprime e dei quali si fa quotidianamente interprete”.

Anche il figlio del copilota morto nello schianto ci ha tenuto a esprimere al microfono il suo ringraziamento alla comunità e alle autorità piacentine; e l’ha fatto senza retorica, al fianco della madre che annuiva emozionata. “Torniamo con piacere ogni anno – ha detto – anche se per ricordare una tragedia che ha cambiato le nostre vite, la mia, quella delle mie sorelle e quella di mia madre che voglio qui ringraziare per come ha portato avanti la famiglia dopo quel 13 agosto del 2006”.

Infine un grazie è andato anche all’anonima signora piacentina che ogni settimana da sei anni posa una corona di fiori ai piedi della stele di via Marzioli: “Uno splendido gesto gratuito – commenta l’assessore Palladini – che meglio di ogni altro rappresenta il sentimento dei piacentini nei confronti dei parenti delle vittime e dei tre eroici membri dell’equipaggio del C130 precipitato sei anni fa”.