Dopo la notizia, solo parzialmente positiva, delle nomine in ruolo, con l’approvazione dei provvedimenti sulla revisione della spesa è in arrivo quella che la Cgil giudica una doccia fredda per i lavoratori della scuola. La doccia fredda riguarda i cosiddetti inidonei ovvero quei docenti che una specifica commissione medica ha giudicato inidonei all’insegnamento. E’ sul loro futuro che l’Flc, per bocca della piacentina Raffaella Morsia, segretaria regionale della categoria, ha intenzione di “fare una battglia sindacale per impedire che vengano lesi i diritti di personale assunto come docente che ora rischia di venire dequalificato a personale Ata, con la ulteriore conseguenza negativa per quest’ultimo: verrebbero messi docenti a fare il lavoro degli Ata senza averne le capacità e le competenze”.
“Una spending review che non revisiona nulla – dice la Morsia – ma che taglia dove si dovrebbe investire, genera caos, crea iniquità, colpisce il personale più debole per motivi di salute e non tocca sprechi e privilegi”.
La FLC è decisa a contrastare con ogni mezzo l’applicazione di questa norma ritenuta ingiusta che rappresenta un vero e proprio “atto di sciacallaggio ai danni del lavoratori” poichè determina – si legge in una nota – un “illegittimo mutamento delle mansioni svolte in base al titolo di studio ed alla specializzazione conseguita con un evidente demansionamento del lavoratore”.
Ecco il testo della nota ufficiale della Flc Cgil
Insieme ad una forte azione di contrasto a livello politico sindacale, procederemo con la battaglia legale a tutti i livelli.
Nei giorni scorsi, abbiamo diffidato il Ministero qualora dovesse procedere all’esodo forzato di questo personale nei profili ATA, e avvieremo una campagna per la tutela capillare di questi lavoratori attraverso:
- impugnativa avanti al Tar di tutti gli atti applicativi emanati dal Miur finalizzati al passaggio obbligatorio di questi docenti verso i profili ATA, sollevando la questione di legittimità costituzionale (fino ad arrivare alla Corte di Giustizia Europea);
- ricorsi individuali dinanzi al giudice del lavoro per lesione del diritto alla salute e depauperamento della professionalità.
Il personale coinvolto da questi provvedimenti, nella regione Emilia Romagna, si aggira attorno alle 350/400 unità: lavoratori finora utilizzati in mansioni a supporto della didattica (biblioteche, progetti…) e che dovrà forzosamente transitare in ruoli non corrispondenti al proprio titolo di studio o qualifica.
Questa arroganza nei confronti del personale scolastico è sbagliata, illegittima e punitiva nei confronti di chi è già stato colpito dalla vita ed esula dall’obiettivo vero di qualificare la spesa pubblica.
A questi lavoratori, se ne aggiungono almeno altri 500 che hanno perso il posto in ragione delle modifiche peggiorative introdotte dal precedente governo (riduzione tempo scuola, revisione ordinamenti, eliminazione laboratori…). Questo personale, secondo quanto previsto dalla spending review, dovrà essere utilizzato per coprire le supplenze. La qualità dell’insegnamento e dell’offerta formativa per i nostri ragazzi, poco interessa.
La parola d’ordine è risparmiare a qualunque costo e a qualsiasi prezzo!!.
Stiamo parlando, solo nella nostra regione, di circa 900 posti che saranno sottratti al personale precario.
E’ facile prevedere che ciò determinerà forti tensioni sociali in quanto questo personale andrà a coprire posti che prima erano destinati ai precari che non troveranno a settembre il proprio posto di lavoro e per i quali l’unica prospettiva certa è il licenziamento di massa.
Così non va.
NOI non ci stiamo!
L’obiettivo della FLC è quello di tenere unito il fronte dei lavoratori, dare qualche speranza alla scuola e fermare lo scempio che altri compiono.
La nostra battaglia prosegue. Il lavoro nella scuola merita più cura, attenzione, dignità e discontinuità rispetto al passato.