Da tempo è un po’ calato il sipario sulle attività dei volontari tra le popolazioni dell’Emilia terremotata. Lamentandoci però del caldo che stiamo patendo in questi giorni, abbiamo pensato a quali problemi possano mai avere coloro che da mesi si ritrovano a vivere in container e capannoni, impossibilitati a tornare nelle proprie abitazioni rese inagibili dopo il sisma. Abbiamo contattato allora il coordinatore degli aiuti piacentini in Emilia, Paolo Rebecchi di Anpas.
La situazione in effetti, mi conferma, è davvero critica: “All’emergenza sisma è subentrata l’emergenza caldo torrido – spiega Rebecchi – ma non solo. Il tutto è aggravato dal fatto che essendo in periodo di ferie, molti volontari non sono più in servizio e siamo ridotti a turni di 20-25 unità. Aspettiamo settembre per sperare in un ribilanciamento. Per ora basterebbe riuscire a montare una piscina in modo da garantire refrigerio agli ospiti delle strutture d’emergenza”. Per ora i piacentini rimangono sul posto come ormai fanno dall’inizio dell’emergenza con spirito di sacrificio e forza di volontà.