“Life on Mars?”, le risposte nell’opera fantasy di Stefano Tarlarini

Che cos’è la realtà e se l’uomo può essere padrone delle proprie azioni o comparsa di un destino già scritto. Questi due dei temi affrontati in “Life on Mars?” di Stefano Tarlarini. Nato a Piacenza nel 1965, formatore e consulente d’impresa, sfoga la sua creatività, dice, “scrivendo, sotto il paziente sguardo della moglie Paola e di suo figlio Gabriele”.

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Abbandonato temporaneamente il genere dark fantasy del suo libro d’esordio “Ultima Necat”, Tarlarini si dedica ora alla fantascienza. L’ambientazione futuribile, siamo nel XXIV secolo, è in realtà il pretesto per rappresentare una società con problematiche e situazioni simili alla nostra.

La storia è, nelle sue linee essenziali, un thriller a orologeria, dove è data molta evidenza all’analisi psicologica dei personaggi e delle loro azioni e reazioni. I personaggi stessi si muovono in una società globalizzata fino all’estremo limite di un’intera galassia.

LA QUARTA DI COPERTINA. Sei nel XXIV secolo: il comandante di una piccola astronave, in licenza matrimoniale su un pianeta civilizzato, dove stai per assistere alla prima di un musical; in scena, una tua grande amica. Sereno, nascosto nell’anonimato della folla di spettatori. Felice.

Sei nel XXIV secolo: il figlio dell’uomo più potente della Galassia; attorno a te ruotano denaro, potere, trame sottili.

Cerchi di fuggire, di nasconderti, di negare la tua stessa identità: ma tutto è contro di te, in modo subdolo. Ti raggiungeranno anche lì, nella tua placida isola felice.

Apri gli occhi, sgomento. Uno di questi scenari è un sogno, o un incubo da cui non riesci a svegliarti. L’altro scenario è una drammatica realtà.

Ma che cos’è, la realtà…?