Non succede spesso che siano le banche a pagare, ma è proprio questo il caso. Quello che vede coinvolto un architetto piacentino che nel 2006 ha intentato causa contro tre banche per anatocismo (il calcolo degli interessi sugli interessi, che avviene capitalizzando gli interessi di un capitale) e per l’applicazione di tassi di interesse non concordati. Spulciando tra i propri estratti conto si era infatti accorto di aver subito un irregolare aumento del tasso di interesse passivo sui propri fidi e mentre gli interessi passivi gli venivano calcolati ogni tre mesi, quelli attivi annualmente.
In virtù di questo ricalcolo, l’architetto aveva chiesto quasi 14mila euro. Il mese scorso la sentenza, riguardante l’ultima causa intentata contro il terzo istituto bancario, che ha triplicato il calcolo di rimborso. Il giudice Mario Coderoni del Tribunale di Piacenza ha disposto un risarcimento di oltre 40 mila euro a favore del professionista piacentino e condannato la banca al pagamento delle spese di consulenza tecnica.
“Chiunque ha avuto un fido avrebbe titolo per promuovere un azione per vedersi restituito il proprio denaro – ha spiegato il suo avvocato Alessandro Bacchetta – l’interesse viene applicato sistematicamente in maniera sbagliata. Dopo sei/sette anni un mutuo dovrebbe essere a zero, invece il cittadino continua a pagare altri tre anni. Sono proprio queste le situazioni che hanno reso le banche italiane così forti e gettato gli italiani in crisi. La Cassazione fa il suo dovere, ora ci vorrebbe un intervento del Governo che non costringa alla singola azione legale personale, ma che imponga alle banche di effettuare i ricalcoli e fare un’offerta di rimborso a tutti i correntisti”.