E’ sereno e aspetta fiducioso l’esito delle indagini. L’avvocato Paolo Fiori ha definito così il suo assistito Paolo Botti, ex presidente di Tempi spa (oggi Seta), iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di aver utilizzato la carta di credito aziendale dell’ex municipalizzata del trasporto pubblico per motivi personali (peculato e truffa). Oggi è stato interrogato dai magistrati e “ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste contestando entrambi gli addebiti che io – dice il legale – giudico del tutto infondati”. E ancora: “Botti ha contestato la genericità di uno dei capi di imputazione perché non è stato indicato con precisione quali sarebbero le supposte spese che a tenore delle accuse sarebbero riferibili a motivi personali e non riferibili alle sue funzioni di presidente di Tempi spa”.
Paolo Botti, ex presidente di Tempi, è stato ascoltato questa mattina dai carabinieri del nucleo investigativo nell’ambito dell’inchiesta su una serie di spese di rappresentanza all’epoca in cui era ai vertici della società piacentina del trasporto pubblico. Con lui c’era il suo avvocato Paolo Fiori. Nei giorni scorsi Botti è stato raggiunto da un avviso di garanzia ed è indagato per truffa e peculato. Nel mirino degli inquirenti le spese di rappresentanza effettuate: 55mila euro di pranzi e cene dal 2006 al 2010 che sarebbero stati pagati con le carte di credito aziendali o i cui conti sarebbero stati fatti spedire in sede per essere saldati dagli uffici. Il tutto, stando alle ipotesi investigative, in maniera illegittima, in quanto quei pasti erano in realtà consumati nell’esclusivo interesse personale e non per fini istituzionali. Botti ha sempre respinto con molta fermezza le accuse della Procura della Repubblica di Piacenza, ma in questi giorni l’inchiesta, coordinata dal procuratore Antonio Colonna, ha subito una forte accelerazione.