Si è susseguita ieri una ridda di commenti e di smentite sul tema della scarsità d’acqua che si sta verificando nel piacentino e che rischia di privare, nelle prossime settimane, le campagne della preziosa risorsa, necessaria per tutte le colture tardive, dal mais al pomodoro.
Anche il consigliere regionale Andrea Pollastri, piacentino, che sul tema aveva già presentato due interrogazioni, si inserisce nel dibattito facendo notare “che si è perso un anno senza concludere pressoché nulla: il problema della siccità nelle campagne piacentine, si era già verificato la scorsa estate, e già allora era pervenuto dal mondo agricolo, dal Consorzio di Bonifica, ma anche dal sottoscritto la richiesta alla Regione affinchè modificasse il Deflusso Minimo Vitale ed intervenisse per aumentare i metri cubi trattenuti e ridurre gli sprechi, invece non è cambiato nulla”. Ed è di oggi la notizia che lo stesso Pollastri ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta regionale chiedendo informazioni sulla “tempistica di realizzazione delle opere di prevenzione della siccità già previste da diversi anni”.
“L’assessore Freda – prosegue l’azzurro – ha dichiarato che ‘si intende avviare un’azione responsabile, attenta e senza inutili e fuorvianti clamori per contemperare le esigenze del mondo agricolo e quelle ambientali nel rispetto dei parametri e delle norme europee’, eppure avanti di questo passo continueremo a trovarci ogni estate in questa situazione. La normativa europea permette un certo margine per la definizione del Deflusso Minimo Vitale, la nostra Regione ha scelto di tenere la forbice alta a vantaggio dell’ambiente (anche se ciò è tutto da dimostrare), a detrimento dell’agricoltura: potevano anche essere fatte scelte diverse, pur sempre nel rispetto delle norme, si trattava unicamente di una questione di volontà e di scelte politiche”.
“Anche per quanto riguarda i laghi di accumulo – dice ancora – senza giungere alla costruzione di nuove dighe, percorso lungo e tortuoso per i possibili veti incrociati, basterebbe realizzare quello che già è previsto: come ha dichiarato sempre l’Assessore Freda rispondendo ad una mia interrogazione “La Variante Generale del PTCP prevede la realizzazione di tre bacini di accumulo, Mulino (loc. Gragnano) 287.000 mc, Crocetta (loc. Gragnano) 700.000 mc e Cà Blatta (loc. Rivergaro) 908.000 mc. Altresì, nel luglio 2010 il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha trasmesso alla Regione il “Piano di Conservazione dell’acqua irrigua derivata dal torrente Trebbia” che riporta tra gli interventi di tipo strutturale, oltre alla realizzazione dei tre invasi individuati dal PTCP, anche la previsione di una serie di laghetti aziendali per un volume complessivo dell’ ordine di un milione di mc circa”. Quindi volendo le possibilità ci sono, basta metterci risorse ed avviare i cantieri.
Inoltre il Tavolo Trebbia, già dal 2008, aveva individuato alcune azioni, come la possibilità di realizzazione di invasi montani, il possibile riuso delle acque reflue del depuratore di Piacenza, la fattibilità di invasi a basso impatto ambientale in ambiti di cava della medio-alta pianura, la riduzione delle perdite della rete irrigua consortile: cosa si è fatto di tutto ciò in questo tempo?”
“L’assessore Freda – chiosa il consigliere del PdL – dovrebbe quindi evitare le polemiche e ripensare al tempo perso inutilmente: ormai per quest’anno bisogna correre ai ripari per evitare, come l’anno scorso, di lasciare all’asciutto le campagne piacentine. Da settembre, però, è necessario pensare ed attuare interventi strutturali di tipo legislativo ed infrastrutturale con tutti i soggetti interessati, ma soprattutto con gli agricoltori che traggono dall’acqua il proprio reddito”.
Foti (PdL): difficile” dare da bere” ai campi la cabina di regia
“Se per il medio e lungo periodo l’istituzione di una cabina di regia per affrontare l’emergenza idrica nel piacentino si spera porti a qualche concreto risultato, appare certo che oggi ai campi serve acqua e non parole” lo sostiene in un comunicato l’on. Tommaso Foti (PdL).
” E’ evidente, infatti , che l’eccezionalità della situazione venutasi a creare – continua il parlamentare azzurro – impone un’immediata deroga al deflusso minimo vitale, senza giochetti o infingimenti attraverso i quali la Regione vuole fare finta di tutto cambiare affinché nulla cambi”.
” Se la Regione pensa di autorizzare la deroga al flusso minimo vitale condizionandola alla diversa modalità di calcolo – afferma Foti – eviti la sceneggiata e si assuma la responsabilità di fare morire di sete i campi.”
” La situazione delle imprese agricole si fa ogni giorno più drammatica e non si possono “dare da bere” ai campi ne’ le direttive europee, ne’ i capricci dell’assessore all’ambiente. In una Regione – evidenzia l’esponente del PdL – dove il mondo agricolo ha già subito gravissimi danni per effetti del terremoto, non si vede per quale logica perversa si debbano aggiungere anche quelli conseguenti ad una emergenza idrica cui si potrebbe, con un po’ di buon senso e buona volontà, fare fronte.”
” Affidarsi a Giove Pluvio per salvare le imprese agricole piacentine e’ veramente troppo: o la Regione – conclude Foti – assume idonee iniziative per fare concretamente fronte all’emergenza idrica o siano gli agricoltori a costringere i suoi cocciuti responsabili a ragionare, portando i trattori sotto le Torri che ospitano Errani”