Si è tenuto ieri mattina ed è durato per l’intera giornata il tanto atteso incontro richiesto dal sindacato della Polizia Penitenziaria UGL, composto per l’occasione anche da una delegazione piacentina con Gennaro Narducci e Antonio Lasorsa al seguito del segretario nazionale Giuseppe Moretti. I rappresentanti dei lavoratori si sono recati al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per avere risposte adeguate e certezze sul presente e futuro del carcere piacentino delle Novate.
Ad accogliere la Delegazione c’era Giovanni Centrella, segretario generale dell’UGL che ha personalmente preso a cuore la situazione dei poliziotti penitenziari tra i quali quelli piacentini che stanno vivendo, parole loro, “una delle situazione più critiche degli ultimi anni”.
Dalla riunione con il vicecapo del dipartimento e con il direttore del Personale e della Formazione , è emersa solo una certezza: che i trenta nuovi agenti attesi a Piacenza arriveranno solamente quando saranno terminati i lavori per il nuovo padiglione, ovvero non prima del 31 dicembre 2012.
E sul punto Narducci ci tiene a fare una precisazione: “Il carcere nuovo aprirà soltanto se passerà il “collaudo” con tempi previsti molto lunghi, ovvero si passa da un minimo di 7-8 mesi a un massimo di un anno come è avvenuto per i nuovi padiglioni di Modena, Verona, Cremona ecc: sono ultimati da oltre un anno ma non sono ancora aperti”. “L’organico della Polizia Penitenziaria di Piacenza – ha spiegato direttore del personale – è costantemente tenuto sotto controllo dal DAP e le varie segnalazioni giunte a questi Uffici Superiori faranno sì che la pianta organica non solo di Piacenza ma di tutti gli istituti d’Italia saranno oggetto di discussione sulle variazione da apportare, soprattutto con l’apertura di nuovi padiglioni, già finiti da un anno e che vanno aperti con precedenza rispetto a Piacenza, ancora in fase di costruzione, nel prossimo incontro che avverraà il 16 luglio con tutti i provveditori regionali”.
Il segretario regionale Gennaro Narducci ha quindi chiesto quanti uomini l’amministrazione intenda inviare a Piacenza e se in effetti arriveranno a padiglione ultimato.
La risposta è stata affermativa: 5 – 6 uomini andranno a sanare la vecchia pianta organica ferma al 2001. Ma non solo, hanno spiegato i dirigenti ministeriali: è gia’ in via sperimentale nei nuovi istituti la cosidetta “vigilanza dinamica”. Ma su questo punto netta è stata la posizione espressa dal segretario nazionale Giuseppe Moretti: “In questo contesto, i sogni e le fantasticherie dell’Amministrazione penitenziaria che, anziché adottare misure correttive concrete per il miglior funzionamento degli istituti penitenziari, con almeno il ripianamento della pianta oprganica del 2001, utilizza escamotages come la famosa “vigilanza dinamica” e dell’ardito ‘patto di responsabilità'”, non sembrano certo migliorare la precaria condizione, per l’assenza di contenuti di questo nuovo modello interpretativo di tutela e della sicurezza, degli istituti penitenziari”.
E ancora: “Queste due creature di ultima generazione prevedono, da un lato, che il personale di Polizia Penitenziaria si debba sobbarcare la responsabilità e l’impegno della gestione di più posti di servizio durante un solo turno di lavoro (sorveglianza dinamica) e che ai detenuti, tra l’altro, si chiede di firmare un foglio di due pagine dove gli stessi dichiarano che si comporteranno bene durante la loro permanenza in carcere e lo Stato italiano gli conferisce il premio di sistemarli in più confortevoli carceri lasciandoli fuori dalle loro celle per quasi tutta la giornata (patto di responsabilità)”.
L’UGL Polizia Penitenziaria – si legge in una nota – non è contraria ad un certo tipo di provvedimenti deflattivi della popolazione detenuta (ad esempio, quelli relativi ad un corretto svolgimento delle procedure di convalida degli arresti) ma chiede a gran voce che la pena si caratterizzi per la sua certezza , come diceva oltre tre secoli fa Cesare Beccaria.
Al 31 maggio 2012 , prosegue il segretario della Ugl – i detenuti presenti nei 206 carceri italiani risultano essere 66.487. La carenza d’organico del personale di Polizia Penitenziaria è toccata ad arrivare la soglia di 7mila unita’ mancanti, rispetto ad una pianta organica fissata con decreto ministeriale del 2001 , quando i detenuti avevano raggiunto quota 45mila unità.
Oggi, quindi, con 21.500 detenuti in più, il Personale di Polizia Penitenziaria deve assicurare (per legge) il mantenimento dell’ordine e della sicurezza interni agli istituti penitenziari con 7mila agenti in meno rispetto a quelli previsti (per legge).
Le stime per il personale occorrente per il corretto funzionamento delle nuove strutture ammontano a 9mila unita’ di personale di Polizia Penitenziaria.
Se a questi dati si aggiungono i mille poliziotti penitenziari che l’UGL stima andranno in pensione , prima della strozzatura del cappio del mutato sistema previdenziale, ecco che il risultato sara’ di meno 17mils unita’ di Polizia Penitenziaria.
“Non si puo’ assistere inermi alla solita campagna elettorale italiana di ogni estate – dice l’Ugl – che promette a chi ha commesso un reato che sarà rimandato a casa con indulti e amnistie dal sapore ferragostano, senza pensare a chi non ha commesso alcun tipo di reato come il poliziotto penitenziario e invece si trova in carcere scontando una pena che diventa ogni giorno sempre piu’ lunga e sempre piu’ definitiva, sia per il numero elevatissimo di ore di lavoro straordinario effettuate e non pagate sia perché , non considerando che esiste una legge dello Stato italiano che individua questo come una dei “ lavori usuranti “ , lo si costringe a correre dietro i delinquenti fino a 65 anni di eta’”.
“Tutto questo è assurdo – conclude Moretti – e per contrastare tutto questo l’UGL Polizia Penitenziaria cerchera’ di fare le barricate per restituire la dignita’ al lavoro di rappresentanti delle forze dell’ordine che svolgono una professione delicata e che ogni giorno , con l’impegno costante e silente , assicurano la legalita’ e la sicurezza nelle 206 carceri italiane”