AGGIORNAMENTO ORE 19 – Tre anni e sei mesi di reclusione, la condanna emessa nei confronti Carla Maria Grilli l’ex commissario capo della Polizia Municipale di Piacenza, accusata di falso per aver favorito le pratiche di ricorso multe davanti al giudice di pace. L’imputata è stata inoltre interdetta dai pubblici uffici per cinque anni e tenuta al risarcimento totale di danni a favore del Comune per 25 mila euro. La motivazione sarà resa nota tra novanta giorni.
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“L’arroganza del potere dà fastidio”. Processo Grilli, chiesti 3 anni e mezzo
Tre anni e mezzo di reclusione. E’ questa la richiesta di pena che il piemme Antonio Colonna ha chiesto per l’ex vicecomandante della Polizia Municipale Carla Grilli, accusata di vari reati di falso. Questa mattina in udienza Colonna ha tenuto una lunga requisitoria (durata due ore) in cui il pubblico ministero ha sviscerato i vari episodi di cui è accusata l’imputata: secondo l’accusa avrebbe infatti favorito l’accoglimento di alcuni ricorsi promossi davanti al Giudice di Pace contro una serie di multe. “L’arroganza del potere dà fastidio – ha detto il piemme – soprattutto se si strumentalizza. Gli interventi del commissario capo Grilli non erano volti a tutelare il Comune, bensì a favorire una cerchia di amici”. La pubblica accusa ha riportato a galla una serie di episodi contestati alla Grilli: “Verbali sovrascritti e atti duplicati in maniera fraudolenta per cercare di trarre in inganno i giudici”. In questo modo “i ricorrenti conseguivano vantaggi in modo ingiusto”. Poco prima della requisitoria Grilli, presente in aula e assistita dall’avvocato Domenico Chindamo, era stata ascoltata. Nel corso dell’esame, la Grilli ha anche riferito di un episodio a suo dire “sospetto” in cui viene chiamato in causa l’ex comandante Carlo Sartori. Nel pomeriggio è attesa l’arringa dell’avvocato difensore. Non è escluso che si vada anche a sentenza. Il collegio giudicante è composto dal presidente Italo Ghitti e dai giudici a latere Elena Stoppini e Maurizio Boselli.