Hanno tutti patteggiato o sono stati condannati i 14 spacciatori arrestati nell’operazione dei carabinieri di Fiorenzuola denominata “Re Matto”, scattata nell’ottobre dello scorso anno. Questa mattina, 11 luglio, davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Bersani, pubblico ministero Antonio Colonna, si sono svolti gli ultimi processi. Molti i detenuti presenti, alcuni dei quali ancora detenuti, che sono stati accompagnati dalla polizia penitenziaria.
I militari avevano scoperchiato un vasto traffico di hascisc, ma anche cocaina, che coinvolgeva la nostra provincia e la zona di Castelsangiovanni in particolare, dove vivevano quasi tutti gli arrestati. I carichi venivano effettuati a Milano. Tornati nel Piacentino, i pusher nascondevano la droga in buchi scavati nel terreno vicino al Po. In seguito, lo stupefacente veniva recuperato e spacciato al dettaglio.
Tre gli italiani coinvolti nel giro, i quali hanno patteggiato, o chiesto il rito abbreviato, con pene pesanti: fra i due e i tre anni.
A capo dell’organizzazione c’era un marocchino – come gli altri appartenenti alla banda – che è stato condannato a 5 anni (per lui il pm aveva chiesto 12 anni). L’uomo resterà in carcere a lungo perché in precedenza aveva rimediato un’altra condanna, sempre per spaccio, a sei anni e 8 mesi. Quattro le condanne per altrettante persone legate alla sua famiglia. La moglie ha patteggiato sei mesi: con una latitante cercò di portare coca a suo marito in carcere per farlo apparire come tossicodipendente. L’amica latitante ha patteggiato due anni e 10 mesi e il fratello di quest’ultima 3 anni e due mesi. Assolto l’ultimo marocchino del clan: il nipote della “mente”. Sono state ritenute inattendibili la dichiarazioni di un marocchino “sotto copertura” utilizzato dai carabinieri. Sentito dal giudice, il giovane ha fornito dichiarazioni contrastanti con quelle rese all’epoca alla polizia giudiziaria. Per lui, è scattata un’inchiesta per falsa testimonianza.